venerdì 15 novembre 2024

I SOMMERSI E I SALVATI - Primo Levi

 

"E' AVVENUTO, QUINDI PUO' ACCADERE DI NUOVO" (p. 157)

Nella prefazione Tzvetan Todorov punta il dito contro le persecuzioni che Israele pone in atto nei confronti del Popolo Palestinese.
Oggi stiamo inermi e incapaci di prendere posizione contro quello che sì, è diventato un genocidio. 

Colpevoli, nella nostra indifferenza.
Perché il male è banale. (VIII - prefazione). 

Una lucida analisi della natura umana; dell'unicum costituito dai lager nazisti.
Come si comporta l'essere umano in condizioni disumane?
C'è qualcuno che si salva?
C'è una zona grigia in ogni situazione.

"Ogni vittima è da piangere, ed ogni reduce è da aiutare e commiserare, ma non tutti i loro comportamenti sono da proporre ad esempio. L'interno dei Lager era un microcosmo intricato e stratificato; ..." (p. 10)

"La memoria è uno strumento meraviglioso ma fallace." (p.13)

" ... è difficile difendersi da un colpo a cui non si è preparati." (p. 26)

"Il privilegio, per definizione, difende e protegge il privilegio." (p. 28)

"E' compito dell'uomo giusto fare guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi, o da uno solo, contro i molti, il privilegio nasce e prolifera, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri o lo incoraggi." (p. 29)

"... quanto più dura è l'oppressione, tanto più è diffusa tra gli oppressi la disponibilità a collaborare col potere." (p.30)

Questo è un libro fondamentale. Un'analisi disincantata che - ahinoi - appare attualissima.
Quel "dopo" narrato, sviscerato, descritto, analizzato, assomigila molto a questo nostro "prima"; un prima che non vogliamo riconoscere. 

Chissà se un giorno qualcuno potrà chiederci "perchè non siete fuggiti prima?", o se questa volta l'annientamento avrà successo?

"La colpa vera, collettiva, generale, [...] è stata quella di non avere avuto il coraggio di parlare". (p. 144)


lunedì 28 ottobre 2024

LA TREGUA - Primo Levi

La tregua[La vergogna] ... "quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa." (p.4)

Dopo Auschwitz, il ritorno a casa. Pochi superstiti, "fortunati".
Un viaggio che dura un anno.

"A Slizk, nel luglio 1945, sostavano diecimila persone; dico persone perché ogni termine più restrittivo sarebbe improprio". (p. 117)

Un viaggio accidentato, incerto, duro. La fine della guerra, la fine della deumanizzazione nel campo di sterminio non è pace ritrovata.
Si attraversano luoghi, si incrociano persone, si ripensa a un passato recente e impensabile, e a uno meno recente, e più difficile da rievocare.

"Rimanemmo a Staryje Doroghi, [...] per tre lunghi mesi: dal 15 luglio al 15 settembre del 1945.
Furono mesi di relativo benessere, e perciò pieni di nostalgia penetrante. La nostalgia è una sofferenza fragile e gentile, essenzialmente diversa, più intima, più umana delle altre pene che avevamo sostenuto fino a quel tempo; percosse, freddo, fame, terrore, destituzione, malattia.
" (p. 137)

Kazàtin.
"... la cesura di Auschwitz, che spaccava in due la catena dei miei ricordi" (p. 180)

C'è un evento spartiacque nella vita di molti, un evento che divide in prima e dopo la catalogazione degli avvenimenti che ci riguardano. 

"Non avevamo provato alcuna gioia nel vedere Vienna sfatta e i tedeschi piegati: anzi, pena; non compassione, ma una pena più ampia, che si confondeva con la nosta stessa miseria, con la sensazione, greve, incombente, di un male irreparabile e definitivo, presente ovunque, annidato come una cancrena nei visceri dell'Europa e del mondo, seme di danno futuro". (p. 194)

Il risveglio
"Eravamo stanchi di ogni cosa, stanchi in specie di perforare inutili confini" (p. 197)

"Quanto di noi stessi era stato eroso, spento? Ritornavamo più ricchi o più poveri, più forti o più vuoti?" (p. 199)
"Il veleno di Auschwitz"

Il ritorno, il risveglio e un incubo che rimane reale.
Cosa può fare l'essere umano ad altri esseri umani?

Ferite inguaribili, tuttora inferte.
Impunemente e tra l'indifferenza di chi non se ne sente partecipe.
Indifferenza che è complicità.

La banalità di un male che non cessa né si cancella.



giovedì 10 ottobre 2024

SE QUESTO E' UN UOMO - Primo Levi

 

"Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato"
(Primo Levi, Introduzione)

E infine l'ho letto.
Terribile perché vero. Un resoconto agghiacciante di ciò che è stato, di ciò che è stato ripetuto, di ciò che è ancora.

"Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?" (p.8)

Quei vagoni, di cui tanto si era sentito parlare.
"Questa volta dentro siamo noi" (p.9)

Cosa accade quando a un uomo, a una persona, viene tolto tutto?
" ... accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere sè stesso ... " (p.19) 

"Guai a sognare. Il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. Ma non ci capita sovente e non sono lunghi sogni noi non siamo che bestie stanche". (p.37).

" ... pure già so ormai che è nel normale ordine delle cose che i privilegiati opprimano i non privilegiati: su questa legge umana si regge la struttura sociale del campo." (p.37)

"Noi non ritorneremo. Nessuno deve uscire di qui, che ptrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo". (p.49)

"Per qualche ora, possiamo essere infelici alla maniera degli uomini liberi" (p.72)

Come raccontare ciò che si prova nel leggere questa cronaca straziante? Cosa si prova?
Troppo duro. Cosa aggiungere alle parole di Primo Levi? Al racconto, alle considerazioni, alle analisi? 

La Natura Umana, sotto tutti i nostri occhi, è sempre la stessa:
" ... si offra ad alcuni individui in stato di schiavità una posizione privilegiata, un certo agio e una buona probabilità di sopravvivere, esigendone in cambio il tradimento della naturale solidarietà coi loro compagni, e certamente vi sarà chi accetterà." (p.87)

Le basi psicologiche della sopraffazione. Del potere che le persone più spietate possono esercitare con la complicità di chi si illude di poter raggiungere una posizione di privilegio.
E' il fondamento su cui si struttura il nostro mondo.
La nostra Cecità fa sì che non ce ne accorgiamo.

Come è possibile? Come è possibile sopravvivere a questo? Come è possibile che questo sia avvenuto?
Sopravvivere?
Si insinua una certezza - fallace? Non sopravvivrei, non si sopravvive.
Mentre è sotto gli occhi - ciechi - di ogni persona che ciò che è accaduto è possibile. E come è accaduto ciò che è stato. 

La bestia umana è ignava, inerte, indifferente testimone, perpetuamente, di tali atrocità.
Che non vuole vedere finchè non si abbattono contro la propria persona.
E allora, le altre persone resteranno cieche e sorde. 

L'odio sopravvive nell'indifferenza. 

Appendice (1976)

"I lager nazisti sono stati l'apice, il coronamento del fascismo in Europa, la sua manifestazione più mostruosa; ma il fascismo c'era prima di Hitler e di Mussolini, ed è sopravvisuto, in forme palesi o mascherate, alla sconfitta della seconda guerra mondiale. In tutte le parti del mondo, là dove si comincia col negare le libertà fondamentali dell'Uomo, e l'uguaglianza fra gli uomini, si va verso il sistema concentrazionario, ed è questa una strada su cui è difficile fermarsi."(p. 181)

Qual è la differenza tra i lager tedeschi e quelli Russi? 






giovedì 30 maggio 2024

LA NATURA ESPOSTA - Erri De Luca

 

Una storia di viaggi forzati e di esili.

Un contrabbandiere di persone deve allontanarsi dalla propria casa, dal paese in montagna dove ha sempre vissuto. 

Approda vicino al mare, dove trova un incarico che gli permette di restare, almeno un po'.
Da scultore qual è, deve restaurere una stadua in marmo, un ennesimo Cristo in croce, che si rivelerà un autentico capolavoro. 

Con i suoi versi in prosa De Luca regala immagini crude, appassionate, toccanti e inverosimili.

"Non le ho fatto vedere il blocchetto dentro il tascapane. Mi piace sentire il suo peso, averne il pensiero costante. Mi affeziono. Succede qualche volta con un libro. Me lo porto addosso anche negli attraversamenti, potendolo aprire per poco all'andata, di più al ritorno. E' una finestra in tasca, per cambiare l'aria." (p.91)

Consigliatissimo: appassiona e intriga.

lunedì 27 maggio 2024

IL MONDO DEVE SAPERE - Michela Murgia

 

Poche, tragiche, esilaranti (non fosse tragico sarebbe comico) pagine sul Mondo delle vendite, in cui e di cui tutti sono vittime. 

Scanzonata e pungente come sè stessa, una acerba e matura Murgia racconta il vero.
Farcendolo con tagliente ironia, senza esagerate nulla.
Surreale e verissimo.

E' un manualetto di sopravvivenza, utile per i bersagli di queste macchine infernali che non si fermeranno. Al contrario. 

Andrebbe portato nelle scuole e tenuto in ogni casa.
Per formare le vittime alle risposte adeguate da fornire a chi ci chiama per vendere Mostri, nella malaugurata eventualità che risponderemo. 

Da leggere, da regalare, da ricordare.

A VOLTE RITORNO - John Niven

Un concentrato di stereotipi e di clichè. 

L'incipit, le prime pagine, sono un già visto, già sentito, niente di originale con la pretesa di essere divertente.

Migliora, poi.
Trasporta chi legge nello spietato mondo capitalista che ben conosciamo; esagerato perché negli USA Idiocracy non è solo un film. 

Simpatico, leggero.

Diretto, prevedibile eppure gustoso. Statunitense, semplice.
Amaro in modo impercettibile, contiene alcune trovate interessanti, qualche immagine davvero esilarante.

La migliore, un certo ciondolo, che si incontra nelle ultimissime pagine.


 

domenica 26 maggio 2024

ALZAIA - Erri De Luca

 

Poesia in prosa, i testi di Erri De Luca.
Frammenti di immagini, concetti, pensieri.
Delicato, sempre.

AQUILONE ci presenta gli inservibili e gli adeguatisi.
"Ti si è rotto l'aquilone? Lo spago tienilo". (p.15)

Piccole riflessioni, pensieri giustapposti.
Immagini, interpretazioni.

CAINO
La pena di morte. "In fin dei conti è proprio sul modo di sbarazzarsi dei carnefici che si gioca lo scacco". (p.22)

Riferimenti aperti e costanti alle scritture religiose, al Talmud, all'ebraismo.
Metafore delicate o pungenti.
Noiose.
Per chi ama altro tipo di spititualità che non sia riferita a una setta, noioso.
Anche se interessante è l'intreccio di parole, ammirevole l'erudizione, toccante la forma.
Erri De Luca non è credente, dichiara.
Non parla per fede. Ha studiato e ci racconta le "scritture" per puro amore intellettuale ed estetico.

Le raccolte di piccoli ricami che sono i libri di De Luca restano preziose, toccanti, stimolanti.
Difficile resistere, di fronte ai tanti minuscoli volumetti da lui creati. Difficile rinunciare a immergersi nei microscopici e immensi mondi che evoca.


sabato 25 maggio 2024

SORELLE - Maurizio De Giovanni

 

La squinternata "squadra" di Sara Morozzi deve muoversi in fretta. 

E' successo qualcosa a una do loro. 

Lieve, leggero, un giallo veloce, scorrevole.
I personaggi sono noti, la cornice è sempre la stessa. Il mistero è legato al precedente (Un volo per Sara). 

Troppo veloce, troppo breve.
E' un interludio. Promette uno sviluppo futuro.

Un diversivo senza impegno, i romanzi di De Giovanni.
Pure, ci si affeziona. Pure, si attende il successivo.

giovedì 23 maggio 2024

AUTOBIOGRAFIA CLITORIDEA - Teresa Cinque


 Stupendo. 

Scanzonato, diretto, allegro questo racconto di molestie e repressione che una volta riconosciute possono e devono essere raccontate perché diventino cià che sono.

Ingiustizia evitabile. 

La profonda leggerezza di Teresa Cinque, stampata in un libro ben scritto e strutturato. 

Un viaggio nella sua vita, per mano a lei, dentro immensi dolori, problemi, una famiglia disfunzionale come ce ne sono troppe.
 

Riattraversare con un'altra persona gli anni '70 e '80 e '90.

Il piacere sessuale, che è filo conduttore e pretesto per seguire il fluire del tempo. 

Molestie, violenza, amore e infatuazione. Il corpo della donna, sistematicamente frainteso, e il suo sentire, sentirsi, pensarsi persona. 

Diventare persona è un lavoro complesso, se poi sei nata femmina è anche più arduo. 

L'amore dalla vita. Quello che una volta sola si raggiunge che - inevitabilmente? - si perde in un fratello, che si cercherà per il resto del tempo, senza trovarlo. 

"Mi accadeva quella cosa strana per cui le femmine si vergognano degli atti osceni dei maschi. Sei tu con il pisello in mano e io mi devo vergognare?" (p. 110)

"Mi domando se una molestia subita da piccola non sia il contrario delle malattie infettive, invece degli anticorpi sembre creare i presupposti per delle recidive" (p. 111)

"Perchè si, forse non si dice in giro, ma l'intelligenza è rassicurante. Una persona che capisce, che comprende la complessità, che coglie le sfumature, che interpreta, che infra-legge, cos'altro possiamo chiedere di più a parte l'amore?" (p.149)

Una testimonianza (cosa c'è di vero? quanto è esempio, iperbole, narrazione? non importa. è racconto "reale" a prescindere dai dettagli) da leggere. 

Istruttiva. Illuminante. Schietta.

Un libro da leggere. Un libro che maschi e femmine dovrebbero leggere.
Uno spunto per acquisire informazioni, per cominciare a riflettere, per (non) prendere esempio. 

In Teresa Cinque si trova una Sorella, un'Amica, un'Amante.
Testo leggerissimo e profondo nel contempo. 

Il sentimento che si prova per l'autrice è gratitudine.
Grazie, Teresa Cinque. Grazie, Elisa Giannini.

FINZIONI - Jorge Luis Borges

Spiazzante.

Si prende gioco di chi legge.
Difficile. Perfido. Sprezzante.

"Gli specchi e la copula sono abominevoli, perché moltiplicano il numero degli uomini". (p. 15)

TLON, UQBAR, ORBIS TERTIUS
Sembra di sprofondare in una palude nonsense.
Tlon, il filosofico pianeta in cui "non esistono scienze - e neppure ragionamenti.  La verità paradossale è che esistono in un numero quasi innumerevole." (p.23)  

"Un libro che non racchiuda in sé il suo controlibro è considerato incompleto" (p. 27)

PIERRE MENARD, AUTORE DEL DON CHISCIOTTE
Surreale, allucinante.
"Non  voleva comporre un altro Don CHisciotte - cosa facile - ma il Don Chisciotte. E' inutile aggiungere che non affrontò mai una trascrizione meccanica dell'originale; non si proponeva di copiarlo" (p. 39) 

"La mia impresa non è difficile, nella sostanza. [...] Mi basterebbe essere immortale". (p. 40)

Che succederebbe se uno scrittore volesse scrivere un'opera già scritta? Sconcertante, esilarante l'effetto della descrizione di questo processo narrativo. 

LE ROVINE CIRCOLARI
"Nel sogno dell'uomo che sognava, colui che era sognato si svegliò" (p. 50)

Onirico. 

LA LOTTERIA A BABILONIA
Allegorico. Inquietante. Vita e morte affidati alla sorte. Matafora della vita o delle azioni umane? 

ESAME DELL'OPERA DI HERBERT QUAIN
Riassume opere mai scritte, o ci narra di libri davvero pubblicati?

LA BIBLIOTECA DI BABELE
Geometrico.

IL GIARDINO DEI SENTIERI CHE SI BIFORCANO
Un agente segreto, una fuga. Un libro, un labirinto.
Le infinite biforcazioni che non riguardano lo spazio.
Mirabile, metafisico, potente questo meta-racconto.

"L'esecutore di un'impresa atroce deve immaginare di averla già compiuta, deve imporsi un avvenire altrettanto irrevocabile del passato". (p. 81)

ARTIFICI

FUNES, L'UOMO DELLA MEMORIA
La ragione per cui chi scrive qui ha intrapreso la lettura di Finzioni è questo racconto.

"La cosa certa è che viviamo rimandando tutto ciò che può essere rimandato". (p.101)

"Sospetto, tuttavia, che non fosse molto capace di pensare. Pensare significa dimenticare differenze, significa generalizzare, astrarre. Nel mondo stipato di Funes, non c'erano altro che dettagli, quasi immediati". (p. 103)

LA FORMA DELLA SPADA
Una cicatrice e la sua storia.

TEMA DEL TRADITORE E DELL'EROE
La costruzione di una verità.
Un delitto senza colpevoli. La realtà e il suo contrario.
E la verità?

LA MORTE E LA BUSSOLA
"Possibile, ma non interessante". [...] "Lei mi risponderà che la realtà non ha assolutamente l'obbligo di essere interessante. Io le ribatterò che la realtà può prescindere da quell'obbligo, ma non le ipotesi" (p. 118)

Un giallo. Un Mistero. Un'indaine, un sagace investigatore.
Però ...

IL MIRACOLO SEGRETO
Una condanna a morte.
La relatività del tempo. 

TRE VERSIONI DI GIUDA

"Ma chi si rassegna a cercare prove di qualcosa in cui non crede o la cui predicazone non gli importa?" (p. 140)

LA FINE
Contrappunto mortale. 

LA SETTA DELLA FENICE

IL SUD
"Cieco verso le colpe, il destino può essere spietato con le più piccole distrazioni." (p. 155)

Si prende gioco di chi legge, Borges. Del resto, i suoi racconti sono Finzioni. Serve erudizione per distinguere l'invenzione dal vero. Non è necessaria erudizione per capire che si è  parte di una serissima burla. 

Pesante, difficile, inquietante. Eppure ...

Strepitoso. Da leggere, rileggere, conservare.





mercoledì 22 maggio 2024

L'INFERNO E' UNA BUONA MEMORIA - Michela Murgia

 

Subito dopo aver letto Le Nebbie di Avalon, il tuffo nella narrazione che ne fa Michela Murgia è tonificante.
Interessante meta-lettura. 

Spietata, tagliente, ironica e lucidissima, Murgia riassume mirabilmente la storia in poche pagine, riuscendo a condirla di gustosi e speziati commenti.

Vale la pena immergersi nelle umide Nebbie di Avalon, per poi apprezzarne il fresco resoconto di Murgia, che apre scenari e spalanca sorrisi.
Con la disarmante semplicità di un linguaggio diretto e ricchiessimo spiega a chi legge qualcosa che forse dovrebbe essere già assodato, ed evidentemente non lo è.

La disparità di potere tra i sessi, e come questa venga accolta, rinforzata, difesa bovinamente anche da chi ne è vittima. 

La lettura di Murgia sulle tre ragazze perno del romanzo di Zimmer Bradley è decisamente intrigante.
La descrizione di Ginevra (Gwenhwyfar) è impietosa e coerente. 

Scrive benissimo, Murgia, e pensa in maniera intelligente e acuta.
Molto raccomandato questo suo brevissimo libro, così come le (meno brevi) letture che ci suggerisce. 

Le Nebbie di Avalon - Parte Prima

Le Nebbie di Avalon - Parte Seconda

LE NEBBIE DI AVALON (Parte Seconda) - Marion Zimmer Bradley


Libro terzo - Il Re Cervo
Libro quarto - Il prigioniero nella quercia

"In quella stagione, a Lothian, sembrava quasi che il sole non tramontasse mai. La regina Morgause si svegliò quando la luce cominciò a insinuarsi fra i tendagiM era così presto che i gabbiani non si erano ancora alzati in volo, ma era penetrata abbastanza luce da rischiarare il corpo virile e prestante del giovane sdraiato al suo fianco ... un privilegio di cui aveva goduto per quasi tutto l'inverno" (p. 13)

Il sacrificio.
Il ritorno. 


lunedì 20 maggio 2024

LE NEBBIE DI AVALON (Parte Prima) - Zimmer Bradley Marion

 

Il Regno di Camelot. L'ascesa di Re Artù.
Un racconto ben noto e nuovissimo. 

PARTE PRIMA  

Libro primo - Signora della magia
Libro secondo - La Suprema Regina

Morgana narra la storia dal proprio punto di vista. Racconta la forza, in sacrificio, la magìa delle donne che di quella storia hanno fatto parte. 

Artù, sommo Re di Britannia giura che tratterà giustamente tutti gli uomini, che siano cristiani o meno ...  

"Perchè , Arthur Pendragon, qualunque cosa dicano i Cristiani, tutti gli Dei sono un solo Dio, e tutte le Dee una sola Dea. Giura di essere fedele a questa verità e di non aggrapparti a uno per disprezzarne un altro". (p.288)

Un Re per unire.
La Storia vuole diversamente.

Feroce critica del monoteismo, spassionata presa d'atto del ruolo cui si vogliono sistematicamente relegare le donne.
Narrazione fantastica, una fiaba disincantata di mondi incantati.

Michela Murgia ha tratto molto da questa prospettiva della saga di Re Artù.
Ha tratto le sue Morgane. 

Igraine di Tintagel è destinata a partorire il Sommo Re di Britannia, Artù.
Figlio di Igraine e di Uther Pendragon.

D'amore, di Morte e di altre Sciocchezze.

Morgaine viene iniziata al culto della Dea, nel Regno di Avalon.
Lascia, bambina, il piccolo fretellastro Artù, con il quale si ricongiungerà in circostanze tragiche. 

E' innamorata di Lancelot, suo cugino. 

I sacrifici inflitti alle donne per preservare il potere dei maschi.
Ipocrisia. Ipocrisia e costrizioni. Violenza e crudeltà. 

Gwenhwyfar (Ginevra),  Artù, Lancelot.
La prima parte si chiude con loro, e un talismano gettato in un angolo. 




domenica 28 aprile 2024

ANNA KARENINA - Lev Nikolaevic Tolstoj

 

Che dire di un romanzo di cui si è già detto e letto tanto?
Lo si legge.
E lo si apprezza. Molto.

Vale senz'altro la lettura.

Quale via? Quali scelte?
Per quale dei personaggi parteggiare?
Posizione di distaccata osservazione, quella di chi legge.
Interessanti riflessioni su un mondo a noi distante nel tempo, di cui vediamo oggi un'eredità tremenda, a pochi passi da noi.
Ciò che rileva sono le incessanti, ricorsive, sempre attuali questioni che chiamano in causa le persone, ogni loro vita. 

Convenzioni sociali, amore, economia.
Davvero questa è la storia di Anna Karenina? 

D'amore, di Morte e di altre Sciocchezze, titolò Francesco Guccini. 

Le altre sciocchezze prendono la scena. Si legge una storia individuale, molte storie di persone specifiche, ma gli intermezzi che descrivono una situazione economica e politica sono l'interessante filo conduttore. Contengono le riflessioni più intriganti. Sono la Storia. 

Mirabile l'introduzione al romanzo di Eralfo Affinati, che guida attraverso quelle "pagine e pagine per raccontare il niente della vita" (p. II) e ci porta a vedere qualcosa oltre quel nulla tanto vivace e tanto noioso.

E' un gran libro in cui la trama manifesta rimane pretesto per riflessioni ampie e profonde.
La doppia morale che sferza uomini e donne, la sottrazione dei figli alle madri non per amore di questi, ma per odio verso quelle, la questione delle disuguaglianze, di doveri e diritti, emancipazione. (p. 346)

Gran romanzo.
Lungo e a tratti tedioso.
Perché Anna Karenina? Perché non altri protagonisti?
Kitty e Levin che vivono lo loro vera storia? Tutti gli altri mentono, fingono, impongono, si arrovellano. 

"... l'idea che ella potesse avere una esistenza sua propria, indipendente da quella di lui, lo colpì in modo che subito la scacciò. Era quell'abisso in cui aveva terrore di guardare. Trasportarsi col pensiero nella vita di un altro essere era una cosa impossibile per Aleksej Aleksandrovic". (p. 145)

"Possibile mai che tanti milioni di uomini siano privi di quel bene senza il quale la vita non ha significato?" (p. 689)



lunedì 1 aprile 2024

LIBERIAMOCI DEL PATRIARCATO - Micromega, AA.VV

https://incamminoconunlibro.blogspot.com/
Micromega. Non è un romanzo, non è un saggio. E' un'interessante rivista che si legge come un libro, che si apprezza come un saggio. 

I termini, le parole, seguono una loro legge, oscillano come le mode.
Patriarcato è un costrutto complesso, che abbraccia discipline diverse, che richiede competenze differenziate, che necessita del nostro interesse.

Eva Cantarella, un nome noto a chi ha frequentato studi classici, ci racconta che "la misoginia nasce in Grecia"; ci parla di Tomiri e di Artemisia, e poi dell'invenzione di Pandora. E il primo agghiacciante femminicidio di una "strega", l'assassinio di una donna colta, brillante, preparata, la medica scienziata Ipazia.

Francesco Remotti, Paola Sacchi e Pier Paolo Viazzo ci propongono una carrellata di patriarcati vecchi e nuovi, in chiave antropologica. 

Giuliana Sgrena ci racconta impropriamente che "Dio è contro le donne", ma correttamente intende che gli uomini sono contro le donne, e usano le Religioni per non cambiare visioni e pratiche misogine. 

Ingrid Colanicchia ci racconta il Patriarcato in Italia, dall'inizio del Novecento, con le grandi conquiste, innegabili, e la strada lunga e tortuosa che ci attende; il Gender Gap, che forse sarà chiuso tra un secolo e mezzo.

Federica D'Alessio sottolinea che manca una prospettiva alternativa, un modello diverso, una strada per andare oltre il Patriarcato.
Ci ricorda le leggi approvate per garantire un'apparente "parità" genitoriale, ma che in realtà portano al ripristino della figura del Pater Familiae; ci descrive la vittimizzazione secondaria, la violenza istituzionale di uno Stato che impedisce alle vittime di violenza domestica di "proseguire la propria vita lasciandosi alle spalle la frequentazione con un ex marito o partner violento". "... senza considerare che - come insegnano le statistiche - la volontà di separarsi di una donna è uno dei principali fattori scatenanti la violenza maschile, che può sfociare nel femminicidio o nel figlicidio per vendetta."

Le parole contano. Le parole raccontano. Le parole significano.
Cristiana De Santis ci propone la sua tavola rotonda che rotonda non è, riferendosi ai fondamenti della disciplina linguistica.

Giuliana Giusti ci porta a riflettere sul cosiddetto "linguaggio inclusivo". Lo è davvero? Cosa intendiamo per linguaggio? E per "inclusivo"?
Cosa caratterizza il maschile non marcato, il maschile di prestigio, e le recenti istanze di creazione di una diversa morfologia di genere? Cosa rappresentano queste istanze? Quali i presupposti? Quali gli effetti? E quale la competenza linguistica necessaria per comprendere, utilizzare, padroneggiare il linguaggio?
"La strada verso la demaschilizzazione della lingua, parallela a quella di demaschilizzazione dei valori sociali, è ancora lunga e la conoscenza delle strutture del linguaggio e dei meccanismi cognitivi è un punto di partenza da cui non si può prescindere." (p. 70)

Federico Zappino propone una lettura sfaccettata del rapporto tra linguaggio e realtà. Importante.

Iole Natoli ci ricorda che il cognome di nostra madre non fa parte del nostro nome. La Madre, falsamente celebrata, è in realtà cancellata. La donna è cancellata anche quando si parla di Diritti dell'Uomo anzichè definirli, in modo non monco e corretto Diritti Umani.
Il personale è politico, e Iole Natoli ci racconta la sua lotta politica personale. D'altri tempi, e così attuale. 

Paola di Nicola Travaglini evidenzia nelle sentenze "un linguaggio che sistematicamente attinge agli stereotipi e ai pregiudizi anzichè ai fatti".

Un numero interessante e importante, che dovrebbe essere letto per intero.
Spunto per ulteriori approfondimenti, per ulteriori ricerche bibliografiche, per uno studio disincantato e scientifico del contesto patriarcale in cui stiamo in immersione fin dal concepimento. 

Liberarsi dal patriarcato fa bene a tutte e tutti.