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domenica 24 febbraio 2019

LA CASA SULL'ALBERO - Bianca Pitzorno

Deliziosa storia fantastica, ambientata su un improbabile albero tra le cui fronde si sviluppa un mondo a sé stante. 
Una bambina, Aglaia, e Bianca, un'adulta che altri non è se non l'autrice del libro. 

Un sodalizio, una bella amicizia, un rifugio segreto, piccole avventure di fiaba. 
Innesti che rendono quell'unico albero un produttore di frutti di ogni genere, un condomino portatore di pessimo carattere e piccoli guai, animali e bambini inventati. 
Uno stormo di cicogne irresponsabili, una festa in famiglia, un cane che si trasforma in uccello, una torpedine che produce corrente elettrica.

Divertente, adattissimo all'infanzia (dai 9 anni, recita una nota in copertina) questo racconto che parla di fantasia, inventiva, di un piccolo mondo che esiste se immaginato, di amore e affetto e avventura. 


domenica 17 febbraio 2019

ASCOLTA IL MIO CUORE - Bianca Pitzorno

ASCOLTA IL MIO CUORE - Bianca Pitzorno
Un romanzo per bambini e bambine, interessante anche per le persone adulte. Un'altra epoca, che sembra lontanissima oppure sembra ieri.
Storie di ordinarie ingiustizie, di separazione di classe, di diritti negati sulla base delle possibilità economiche.

Storie di amiche e nemiche, di bambine determinate e rette.

Il cuore che sembra scoppiare di fronte alle ingiustizie. La lotta di chi è più fortunata per combattere i soprusi verso chi ha meno dalla vita.

Una lotta persa in partenza, o quanto meno non vinta.
Speranza e ispirazione.

Elisa, Prisca e Rosalba sono tre bambine che cercano una via per combattere un sistema ingiusto, per affrontare a muso duro le persone adulte che non esitano ad esercitare violenza contro chi è più debole.

Un bel romanzo, adatto dagli 11 anni secondo la copertina del libro.
Consigliato, a bambini e adulti, oggi.


martedì 30 gennaio 2018

LA SOTTANA DELLA VERGINE - Maria Giuseppina Di Rienzo

LA SOTTANA DELLA VERGINE - Maria Giuseppina Di Rienzo

Un gustoso romanzo di fantascienza, che come tale descrive in modo allegorico una società molto presente, molto tangibile, molto attuale. Purtroppo.

Difficile districarsi tra i "mondi" in cui è compartimentato il Pianeta, complicato al principio orientarsi e familiarizzare con i personaggi dai nomi bizzarri e complessi. 
Dopo poco però si acquista familiarità, e il romanzo scorre rapido e (purtroppo) breve .

Lettura consigliatissima, piacevole e intensa, non superficiale. 
Lascia la voglia di immergersi più a fondo in questa realtà, di conoscere meglio le storie e di restare ancora in compagnia dei personaggi. 

Molti i temi toccati, l'impressione è che siano solamente sfiorati e non approfonditi, lasciando aperte mille questioni. 
Romanzo che stimola l'evasione e nel contempo induce la riflessione.

"Niente di quel che crei a somiglianza di una cosa reale diventa quella cosa, non importa quanto le assomigli."

... "sapeva che per quanto giudicasse falsa l'intera manfrina sarebbe andato a bere la coppa, avrebbe formulato auspici a cui non credeva e avrebbe raccontato la prima stupidaggine che le medicine celesti avrebbero stimolato a uscire dalle sue labbra ... perché?"

"La fede non può essere materia di discussione. - ribatté calmo Seginus - Il suo punto cieco, il credere, non si piega alla logica nè alla dimostazione pratica".

"Siamo umani e l'intera gamma dei desideri umani e delle emozioni umane, dei difetti e dei pregi umani è nostra per diritto di nascita. Oggi tenteremo di riguadagnare quella dignità che ci è stata proibita e la libertà di vivere come vogliamo".

"Il fulcro della storia, però, è il malinconico impossibile desiderio di qualcosa di mai posseduto e quindi di mai perduto: un'identità in cui ci si possa riconoscere senza vergogna. Un'identità non imposta da terzi tramite l'umiliazione e il disprezzo sistematizzati in rituali e simbolismi [...]"


Scrive l'autrice:  
"Ogni mio libro ha preso forma da un piccolo impulso originario: un'immagine particolarmente intensa, uno scambio di battute particolarmente efficace, un brano musicale particolarmente evocativo. "La Sottana della Vergine" non fa eccezione. Si è in pratica costruito attorno a una frase (la leggerete alla fine del libro). Sempre come al solito, i personaggi hanno fatto un po' quel che volevo io e un po' quel che volevano loro stessi; ogni tanto uno/a di loro irrompeva nella mia mente per strillare con indignazione: "Ti pare che IO potrei dire la tal cosa o agire in quella maniera?" Così, dovevamo negoziare. Inoltre, io dovevo negoziare la mia scrittura, la mia ispirazione e i tempi relativi con una situazione personale assai difficile. E l'atto del negoziare, del discutere insieme delle esigenze e dei problemi di ciascuno è diventato un altro fulcro del romanzo. Siamo su una Terra futura, salvata in apparenza dall'autodistruzione dall'intervento di una razza aliena che "adatta" biologicamente il pianeta per potervi vivere. Agli esseri umani è offerta la scelta di ibridarsi per condividere quelli che sono divenuti spazi inospitali o di sopravvivere in piccole nicchie separate dal resto. La struttura sociale che gli umani ricreano per se stessi, nell'assoluta indifferenza degli alieni, è altrettanto compartimentalizzata e strettamente gerarchica. Le varie aggregazioni in essa presenti interagiscono in modo assai conflittuale. La vicenda si snoda attorno a un personaggio che sta al punto più basso della scala sociale, uno "schiavo sessuale" e mutante genetico il cui comportamento è controllato nei mimini dettagli e persino a livello chimico e i cui tentativi di sfuggire a precetti basati su violenza e pregiudizi sembrano destinati al fallimento in modo inevitabile. Un Signor Nessuno per eccellenza, privo di talenti specifici, di aspettative, di sogni... e quasi privo di desideri, tranne quello di incontrare di nuovo "l'alieno" in cui si è imbattuto per caso anni prima. Ma sarà un desiderio che cambierà la Storia". 


Strappo alla "regola".
Credo sinceramente valga la pena supportare l'autrice, pertanto pubblico qui il link per l'acquisto del libro, in formato digitale:



mercoledì 23 dicembre 2015

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA - Gabriel Garcìa Màrquez

"Datemi un pregiudizio e solleverò il Mondo"

Scoprire un classico ed apprezzarlo pienamente. Una delle piccole gioie della vita. Un romanzo spietato, crudo, terribile. 
Eppure scorrevole, interessante, piacevole da leggere. 

Tutti sanno che santiago Nasar sta per essere ucciso. I suoi assassini fanno di tutto per sbandierare il proprio proposito ai quattro venti, sembra cerchino disperatamente qualcuno che li fermi, che interenga per impedire il delitto.

Che invece si consuma.
"Nondimeno, tutto sembrava dimostrare che i fratelli Vicario non avevano fatto nulla di ciò che sarebbe stato utile per uccidere Santiago Nasar in maniera rapida e senza ostentazione pubblica, ma anzi fecero molto di più di ciò che era immaginabile perché qualcuno impedisse loro di ucciderlo, e non ci riuscirono".

Riflessioni acute, nella ricostruzione "a posteriori" di un delitto. Frammenti di testimonianze, stralci di verbali dell'udienza, note a margine scritte dal Giudice istruttore.
Un quadro surreale eppure realistico, tangibile, visibile, si delinea durante la lettura.
Sulla debolezza umana, sull'assurdità del vivere sociale. Spaccature profonde tra il sentito e l'agito.

Interessante romanzo, veramente bello.

martedì 27 ottobre 2015

TOGLIMI LE MANI DI DOSSO - Olga Ricci

Storie di ordinarie molestie. 
Che di solito non vengono denunciate, spesso nemmeno raccontate. Vengono accettate come normali, consuete, inevitabili.
Oppure considerate colpa delle vittime, che sicuramente con il proprio comportamento hanno incoraggiato l'aggressore. 
Perché di vere e proprie aggressioni si tratta. Le molestie sul lavoro sono tanto più gravi in quanto toccano la sfera professionale ed economica delle persone.
Olga Ricci denuncia e racconta. 

Il libro si legge d'un fiato, letteralmente in apnea. Se si è vissuto qualcosa di simile si comprende perfettamente l'atmosfera, si piomba inevitabilmente in un susseguirsi di dejavu.
"Odio i lecchini, chi suggerisce di non lamentarsi e di fare buon viso a cattivo gioco;: se la smettessimo di accettare tutto questo, le cose cambierebbero".

"Tra disperate non c'è solidarietà"

"A forza di sorridere, mi si indolenzisce la mandibola. [...] La mia prima volta da dama di compagnia."

"Penso a quanto sarebbe diverso, se fossimo maschi. Non ci troveremmo in questa situazione. [...] Mi sono sempre sentita alla pari degli uomini: in famiglia, a scuola, nello sport, con gli amici. Non ho mai pensato di valere meno o di essere diversa. Adesso capisco che mi sono sbagliata. La differenza c'è. Riccardo è venuto alle cene con il direttore, ha riso a più non posso, mangiato e bevuto. Senza mai sentirsi in difficoltà né rischiare di essere tacciato di complicità. Nessuno gli dirà; sei stato   ambiguo, te lo sei voluto, avresti dovuto mantenere le distanze, avresti potuto cogliere l'occasione".

"La cautela e il buon senso che avevo fatto miei, viste le discrepanze tra promesse e realtà,. mi abbandonano. Vengo trafitta di nuovo dalla speranza. Mi si pianta nel cuore come una puntura di adrenalina. Le mie difese crollano. Lo guardo e gli credo; questa è la mia chance, posso dimostrare che anch'io valgo. Galleggio nell'etere dell'illusione [...]"

"Le persone che criticano apertamente le ingiustizie vengono isolate: sono la dimostrazione che l'incapacità di adattarsi è una condanna alla sconfitta."

"A volte mi sembra che tu viva nel mondo delle fiabe dove chi è bravo, tenace e si impegna viene ricompensato. La realtà è un'altra, Olga cara, guardati intorno e svegliati.

Questo libro denuncia, invita a riflettere, è un urlo disperato, una richiesta di aiuto, una pretesa di giustizia. Dovrebbero leggerlo in molti, in molte.
E sarebbe bello se nessuna più sentisse la voglia o il bisogno di scrivere, se queste realtà così diffuse, così comunemente ignorate, troppo spesso apertamente accettate, cessassero di esistere, una volta per tutte.



domenica 26 luglio 2015

IL BAMBINO CON I PETALI IN TASCA - Amosh Irani

Un romanzo tristissimo. Delicato, molto bello.
Ma inesorabilmente tragico, amaro. Triste. 
Chamdi è un bambino che ha vissuto sempre in orfanatrofio, nell'immensa, insidiosa, contraddittoria Bombay.
Vive di sogni e speranza, nel suo mondo protetto all'ombra della bouganvillea che cresce nel cortile. Sogna un posto nuovo, "Kahunsha", la "città senza tristezza".
L'orfanatrofio sarà presto chiuso, l'immobile deve passare di mano. La direttrice gli consegna il panno in cui era avvolto quando un uomo lo ha depositato lì, dieci anni prima.
Chamdi scappa, una notte decide di andare a Bombay alla ricerca di quell'uomo, probabilmente suo padre. 
Lì inizia la vita da ragazzo di strada, e cerca di dare un senso all'orrore con i suoi occhi di bimbo. Ma un senso probabilmente non c'è.
Un romanzo durissimo. E piuttosto crudo. L'autore descrive gli odori, gli umori, gli orrori. In modo tanto semplice ed altrettanto efficace. Vero, reale. Immagini vive e raccapriccianti. 



Consigliato a chi ha lo stomaco forte. 
Una lettura coinvolgente e terribile.



mercoledì 12 novembre 2014

IL TORTO DEL SOLDATO - Erri De Luca

Un altro breve, delicatissimo romanzo di Erri De Luca. 
Marinaio scalatore, solitario.
Scrittore.

Due storie che si intrecciano, lo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. 
Un criminale di guerra convinto del valore della propria missione, che dal suo punto di vista non ha avuto nulla di atroce.

Un tocco di "magia", o forse pù una profezia che si autoavvera. 

Un romanzo coinvolgente, si legge in poco tempo, lascia un sapore dolce ed amaro, come spesso i libri di De Luca sanno fare.
La trama va lasciata leggere, non può essere raccontata. 
Ecco, come di consueto, qualche frammento di testo.

"Mi pesa invece la disperazione di un uomo che aveva un pozzo di inchiostro da intingere e gli fu sigillato con un pezzo di piombo nel cervello".

"Chiamavano Aussiedlung, "trasferimento", l'invio nei treni blindati ai campi di annientamento. Spacciavano vocabolario falso a copertura. I poteri lo fanno e spetta agli scrittori restituire il nome delle cose."

"Personalmente non riconosco niente di puro nella verità. La vedo nel crollo di una negazione, nell'entrata delle truppe sovietiche nel campo di strage di Treblinka. Non è una scoperta, ma la scoperchiatura dell'infamia. La vedo nella decomposizione di una menzogna, fertile per questo. La vedo nella muffa che insegnò la penicillina a Fleming".


"Il torto del soldato è la sconfitta. La vittoria giustifica tutto".
[...]
"Se le cose stanno come dice lui, il torto del soldato è l'obbedienza"

"E' stata un casellario giudiziario, la storia, una sequenza di crimini."

giovedì 29 maggio 2014

IL QUARTO D'ORA GRANATA - Nicola Pettorino

Un romanzo che scorre, si legge in poco tempo.
Vite che si intrecciano in una Torino contemporanea. 
I personaggi sono caratterizzati in modo semplice, netta la separazione tra il "bene" ed il "male".

Una storia delicata, tematiche particolarmente "pesanti" affrontate semplicemente, quasi sfiorate. 
Un senzatetto, una madre sola, un bambino affidato ai servizi sociali.
Molte ingiustizie ed una colonna mobile di solidarietà.
Un tantino poco realistico nel buonismo che lo pervade, questo breve romanzo è un'ottima compagnia per una lettura disimpegnata ma non  superficiale.

Vite vere, vite difficili. Persone che si incontrano. Legami che vanno oltre le apparenze. Storie di condivisione. Miscugli di varia umanità.
Quando tutto sembra perduto, quando un futuro non pare possibile, offrire un aiuto a chi è altrettanto in difficoltà può rappresentare un'ancora di salvezza. Ed essere l'avvio verso un nuovo inizio.

Un libro benefico: il ricavato della vendita del libro devoluto interamente all'associazione Amici dei Bambini Cardiopatici dell'Ospedale Regina Margherita di Torino.

Consapevole del fatto che il mio giudizio non può essere oggettivo, poiché questo libro riveste un particolare valore affettivo per me, ne consiglio la lettura tutta d'un fiato, in una parentesi di evasione.