Murakami si racconta attraverso la sua passione per la corsa. Avere la fortuna di potersi dedicare alla scrittura a tempo pieno, averne fatto il proprio mestiere, ha un aspetto negativo: si tende a perdere la forma fisica, se non si fa qualcosa.
Murakami è Giapponese, ed ha una volontà ed un senso del dovere e della disciplina fuori dal comune.
Racconta di allenamenti e maratone e di parole scritte, e di come si possa (sarà vero?) diventare "scrittore" quasi per caso.
Chissà che non riesca ad essere di ispirazione per movimentare un po' la vita sedentaria dei suoi lettori.
Un libro piacevole e scorrevole. Non è un romanzo, non c'è traccia dei mondi interiori che murakami descrive nelle sue storie. Esce il ritratto di un uomo pratico, pragmatico, metodico, meticoloso, razionale.
Mens sana in corpore sano, potrebbe essere il motto di questo libro, che Murakami definisce di "memorie", e per cui lui stesso trova alcuni slogan interessanti.
Di questi, è "18 til I die" (avrò 18 anni fino alla morte) viene prontamente smussato con la considerazione secondo cui l'unico modo per avere 18 anni fino alla morte è morire a 18 anni.
Ineccepibile.
"Gli elogi mi fanno piacere, è ovvio. Sono infinitazmente più apprezzabili degli insulti. Tuttavia non penso che una forte volontà basti a ottenere ciò che si vuole. Le cose non sono così semplici, a questo mondo."
"Le stesse salite, quando faccio jogging al mattino, mi sembrano dolci pendii innocui ma, quando le affronto verso la fine di una maratona, si ergono davanti a me come muri. E si portano via senza pietà l'ulltima forza d'animo che avevo ancora in riserva."
"Non sono una persona, sono una pura e semplice macchina. E visto che sono una macchina, non ho bisogno di sentire proprio nulla. Devo solo andare avanti."
Murakami si racconta, ispira, riflette, ironizza.
E' un libro interessante sotto molti punti di vista, contiene spunti che vale la pena elaborare.
Propone anche il proprio epitaffio, Murakami.
"Se mai ci sarà un epitaffio sulla mia tomba, e se posso sceglierlo io, vorrei che venissero scolpite queste parole:
Murakami Aruki
Scrittore (e maratoneta)
1949-20**
Se non altro, fino alla fine non ha camminato".
Di questi, è "18 til I die" (avrò 18 anni fino alla morte) viene prontamente smussato con la considerazione secondo cui l'unico modo per avere 18 anni fino alla morte è morire a 18 anni.
Ineccepibile.
"Gli elogi mi fanno piacere, è ovvio. Sono infinitazmente più apprezzabili degli insulti. Tuttavia non penso che una forte volontà basti a ottenere ciò che si vuole. Le cose non sono così semplici, a questo mondo."
"Le stesse salite, quando faccio jogging al mattino, mi sembrano dolci pendii innocui ma, quando le affronto verso la fine di una maratona, si ergono davanti a me come muri. E si portano via senza pietà l'ulltima forza d'animo che avevo ancora in riserva."
"Non sono una persona, sono una pura e semplice macchina. E visto che sono una macchina, non ho bisogno di sentire proprio nulla. Devo solo andare avanti."
Murakami si racconta, ispira, riflette, ironizza.
E' un libro interessante sotto molti punti di vista, contiene spunti che vale la pena elaborare.
Propone anche il proprio epitaffio, Murakami.
"Se mai ci sarà un epitaffio sulla mia tomba, e se posso sceglierlo io, vorrei che venissero scolpite queste parole:
Murakami Aruki
Scrittore (e maratoneta)
1949-20**
Se non altro, fino alla fine non ha camminato".