lunedì 5 marzo 2007

IL PICCOLO PRINCIPE - Antoine de Saint-Exupéry


Sto rileggendo in questi giorni questa fiaba delicata, nello stesso tempo leggera e un po' triste.
Di fronte ai perché della nostra vita quotidiana, ai grandi quesiti sul senso del nostro esistere, la visione infantile risulta profonda, mai superficiale, in grado di centrare l'essenza delle cose. E di far apparire futili e vacue le grandi preoccupazioni che impegnano lo scorrere delle giornate degli adulti.
Un tramonto, una rosa, una volpe ... metafore di ciò che conta davvero, sempre che esista qualcosa di veramente importante.
E una parodia delle cure cui le persone adulte tendono a dedicarsi con maggiore impegno e tenacia. Potere, vanità, vizi, denaro, ... assorbono le energie e l'attenzione degli individui, che però dimostrano di non essere in grado di guardare al di là del proprio naso, di non riconoscere nemmeno il disegno di un boa che digerisce un elefante.

"Cosa vuol dire addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"..."

"E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".

Una favola deliziosa, che parla di amore, di amicizia, di vita e di addii.
Narrativa per ragazzi che fa molto bene agli adulti.

"Il piccolo Principe" - Antoine de Saint-Exupéry (1943)

1 commento:

  1. “E una parodia delle cure cui le persone adulte tendono a dedicarsi con maggiore impegno e tenacia.”
    Una chiara sintesi della trama, grazie.

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