"C'è una sola cosa che si scrive solo per sé stesso, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno."
Sulla letteratura - Umberto Eco
Ha ragione, aveva ragione Eco.
Anche i Diari, fitti di parole, colmi di pagine scritte di getto, destinate solo a sé stessi, sono in realtà destinate ad altri.
Alla persona che, quando leggerà quelle frasi che ha scritto tempo prima, non sarà più la stessa.
Anche scrivere per sè significa in realtà scrivere per altri.
Per un sè futuro, quella persona che si è diventati e che è tanto diversa da quella presente.
Quella persona che nelle proprie parole passate troverà un pezzo di sé, e scoprirà di somigliargli o di essere ormai molto differente.
Rileggersi significa riscoprirsi.
3 marzo 2019, domenica.
"Mia nonna mi insegnò a leggere.
Mia nonna mi mostrò i libri e mi trasmise il suo amore per loro. Non ebbi scelta, fu la sua eredità.
Mia nonna mi disse che con i libri non mi sarei mai sentita sola. Mi insegnò ad avere cura dei miei occhi fino a farmi sentire padrona del luogo più prezioso, più limpido.
Mi spiegò che se mai mi fosse venuto meno l’udito, non sarebbe stata una grave perdita, tutto quello che valeva la pena ascoltare era già stata scritto e l’avrei potuto riscattare con gli occhi.
Mi disse che se mi fosse mancata la voce non sarebbe stata la fine del mondo.
Avrei registrato i suoni dall’esterno senza restituirli e nessuno, tranne me, ne avrebbe sentito la mancanza.
Le parole esistevano per essere plasmate: dalle mie orecchie quelle che erano già state concepite, dalle mie mani tutte quelle che potevo inventare.
Poi, tralasciando eventuali carenze all’olfatto o al gusto, mia nonna mi disse che se mai fossi stata colpita dalla sordità o dal mutismo non mi sarei dovuta preoccupare perché l’unica, totale mutilazione era la cecità.
Dovevo prendermi cura dei miei occhi. Solo con quelli avrei potuto leggere. Solo quelli mi avrebbero salvato dalla solitudine".
Marcela Serrano - Il tempo di Blanca - 1998
Un timore mi accompagna da quando ho letto questo splendido romanzo, il mio primo incontro con Marcela Serrano, molti anni fa.
Un timore cui non penso spesso, ma che non mi abbandona mai.
Un'ombra chiamata Afasia.
23 maggio 2023, martedì
Puoi sentire parlare di un libro, te lo possono riassumere o puoi vedere e guardare un film che da quel libro è tratto.
Non sarà la stessa cosa che leggerlo.
Le parole di chi l'ha scritto, anche attraverso quelle di chi l'ha eventualmente tradotto; saranno sempre quelle parole a fare di un libro quel libro, di un racconto quella narrazione.
Leggendo un classico tanto citato e menzionato e riassunto, capirai se quelle parole risuonano tra le tue corde, se quelle immagini sono per te davvero efficaci, e se la fama che accompagna quel classico è, secondo te, meritata.
Di solito sì, lo è.
Non sarà la stessa cosa che leggerlo.
Le parole di chi l'ha scritto, anche attraverso quelle di chi l'ha eventualmente tradotto; saranno sempre quelle parole a fare di un libro quel libro, di un racconto quella narrazione.
Leggendo un classico tanto citato e menzionato e riassunto, capirai se quelle parole risuonano tra le tue corde, se quelle immagini sono per te davvero efficaci, e se la fama che accompagna quel classico è, secondo te, meritata.
Di solito sì, lo è.
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