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martedì 27 ottobre 2015

TOGLIMI LE MANI DI DOSSO - Olga Ricci

Storie di ordinarie molestie. 
Che di solito non vengono denunciate, spesso nemmeno raccontate. Vengono accettate come normali, consuete, inevitabili.
Oppure considerate colpa delle vittime, che sicuramente con il proprio comportamento hanno incoraggiato l'aggressore. 
Perché di vere e proprie aggressioni si tratta. Le molestie sul lavoro sono tanto più gravi in quanto toccano la sfera professionale ed economica delle persone.
Olga Ricci denuncia e racconta. 

Il libro si legge d'un fiato, letteralmente in apnea. Se si è vissuto qualcosa di simile si comprende perfettamente l'atmosfera, si piomba inevitabilmente in un susseguirsi di dejavu.
"Odio i lecchini, chi suggerisce di non lamentarsi e di fare buon viso a cattivo gioco;: se la smettessimo di accettare tutto questo, le cose cambierebbero".

"Tra disperate non c'è solidarietà"

"A forza di sorridere, mi si indolenzisce la mandibola. [...] La mia prima volta da dama di compagnia."

"Penso a quanto sarebbe diverso, se fossimo maschi. Non ci troveremmo in questa situazione. [...] Mi sono sempre sentita alla pari degli uomini: in famiglia, a scuola, nello sport, con gli amici. Non ho mai pensato di valere meno o di essere diversa. Adesso capisco che mi sono sbagliata. La differenza c'è. Riccardo è venuto alle cene con il direttore, ha riso a più non posso, mangiato e bevuto. Senza mai sentirsi in difficoltà né rischiare di essere tacciato di complicità. Nessuno gli dirà; sei stato   ambiguo, te lo sei voluto, avresti dovuto mantenere le distanze, avresti potuto cogliere l'occasione".

"La cautela e il buon senso che avevo fatto miei, viste le discrepanze tra promesse e realtà,. mi abbandonano. Vengo trafitta di nuovo dalla speranza. Mi si pianta nel cuore come una puntura di adrenalina. Le mie difese crollano. Lo guardo e gli credo; questa è la mia chance, posso dimostrare che anch'io valgo. Galleggio nell'etere dell'illusione [...]"

"Le persone che criticano apertamente le ingiustizie vengono isolate: sono la dimostrazione che l'incapacità di adattarsi è una condanna alla sconfitta."

"A volte mi sembra che tu viva nel mondo delle fiabe dove chi è bravo, tenace e si impegna viene ricompensato. La realtà è un'altra, Olga cara, guardati intorno e svegliati.

Questo libro denuncia, invita a riflettere, è un urlo disperato, una richiesta di aiuto, una pretesa di giustizia. Dovrebbero leggerlo in molti, in molte.
E sarebbe bello se nessuna più sentisse la voglia o il bisogno di scrivere, se queste realtà così diffuse, così comunemente ignorate, troppo spesso apertamente accettate, cessassero di esistere, una volta per tutte.