Galoppa imbizzarrito questo racconto.
Saltella, martella.
Un susseguirsi frammentato di scene, ricordi, considerazioni.
Brevi, scagliate dritte a colpire chi legge con aghi pungenti, infilzando le carni.
Come puntaspilli, si ricevono ripetute iniezioni, e ci si carica di elementi che vanno a creare un'immagine d'insiene.
Un dramma a spicchi, come forse è la vita.
Tutto sotto controllo; ma ben ppoco, nulla è davvero sotto il nostro controllo.
Ti prende a schiaffi, Reza.
Poi, improvvisamente, si volta e se ne va.
"Nessuno ci avverte dell'irrimediabile. Non c'è ombra furtiva che passa con la falce." (p.52)
"Per sopportare questa nostra vita terrena ci circondiamo di elementi fantastici. Sono loro che mi affascinano quando guardo il mondo irrigidito delle fotografie, tutti quei particolari come altrettante elegie." (p.64)