Erri De Luca, né ateo né credente, offre una riflessione dietro l'altra, una riflessione dentro l'altra, nel raccontare la favola di quel Gesù che è umano, generoso, altruista, vivo, e probabilmente comunista.
Fra traduzioni (dell'autore) e metafore, De Luca racconta la storia di un personaggio antico, vero e inventato, descritto e mitizzato, narrato e romanzato, che è storia attuale.
Una narrazione etimologica oltre che figurativa.
Un libro di piacevole lettura, stimolante nella forma e nei contenuti.
"Nascesse oggi, sarebbe in una barca di immigrati, gettato a mare insieme alla madre in vista delle coste di Puglia o di Calabria. Forse continua a nascere così, senza sopravvivere, e il venticinque dicembre è solo il più celebre dei suoi compleanni".
"Forse per questo gli alpinisti si infilano nel vicolo cieco di una cima. Anche se da lì si affaccia la più ampia vista, la cima è un vicolo cieco, sbarrato, da dove non si può proseguire oltre e si deve tornare".
"Qui per compagno si intende il vicino, anzi il prossimo che è superlativo di vicino, cioè il più vicino a te"
"Amare l'altro non più di sè stessi, ma come. Non si deve esagerare con l'entusiasmo, non si deve guastare il meccanismo sano dell'amore per il prossimo, che poi ricade sopra sè stessi. La persona è importante, non deve annullarsi per l'altro e per l'altrui. Deve tenerli in pari, l'amore per il prossimo e quello per sé stessi"
Il Paradiso di De Luca è terra, sudore, finiti confini.
"Non è beatitudine, è sudore. Non è pace, ma lotta contro le avversità".
"I Santi annoiano."