La prosa di Erri De Luca è letteralmente Poesia.
Una storia raccolta, non inventata: "Così io raccolgo storie, non le invento. Vado dietro la vita a spigolare, se è un campo, a racimolare, se è una vigna".
Si chiama Irene la Sirena che ispira la storia, è una bambina che aspetta un bambino e sta meglio nell'acqua che sulla terraferma.
Il racconto è un canto, le parole arpeggi.
"Ho studiato al liceo la lingua di Omero, ma per parlare con un suo nipote greco devo andare a bussare a casa di Shakespeare"
"Sono il parassita del mio corpo, vivo a sue spese, vivo dei suoi giorni."
"Tra le ossicine dell'orecchio interno s'impigliano le storie che poi scrivo a memoria."
"La migliore distribuzione della ricchezza: strano che il comunismo non ha preso il mare come esempio.
Sulle sue bandiere a fondo rosso ballano martelli, falci, compassi e stelle, ma nessuna onda. Ha preferito operai e braccianti al posto di pescatori.
In tribunale è disegnata una bilancia, ma la sua giustizia dipende dai contrappesi, variabili da caso favorito a sfavorito. Il mare invece spiana i dislivelli senza trucco."
"In una [sera] come questa di settembre mia madre fu raggiunta dal seme di mio padre.
Si è figli della prima ora di una gravidanza e non dell'ultima, quella di espulsione.
Non è di maggio il mio giusto capodanno, è di settembre, non importa il giorno."
Spaccati di vita reale e inventata, l'allegoria si confonde con il reale.
Una bambina che da alla luce una vita nuova, una fuga verso il futuro, il tempo che scorre, il declino e la vecchiaia.
Si assorbe in poche ore questo piccolo romanzo poetico. Lettura piacevolissima e intensa.
Si assorbe in poche ore questo piccolo romanzo poetico. Lettura piacevolissima e intensa.
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