1975. L'aborto in Italia è reato.
Viene concepito un bambino, o bambina. Da due persone che non sono sposate. La madre scrive questa lettera appassionata, razionale ed emotiva insieme.
Viene concepito un bambino, o bambina. Da due persone che non sono sposate. La madre scrive questa lettera appassionata, razionale ed emotiva insieme.
Esplora sensazioni, sentimenti, paure, immagini, progetti e possibilità future.
Dalla maternità in quanto tale, le sensazioni, i sentimenti dell'essere madre pur non avendolo deciso a priori, il rapporto col figlio (o la figlia?), alle difficoltà oggettive. Il lavoro, la carriera, la propria vita che non prevede spazio per un essere dipendente che necessita tempo e cure e denaro.
Alle reazioni dell'altro, degli altri. Il padre. I medici. Sul lavoro.
Un bambino che sembra essere imprescindibile per una donna, ma ... no, come non detto. Non è sposata, quindi è un dramma, una catastrofe!
E riflessioni, e susseguirsi di sentimenti.
Un romanzo molto attuale anche a distanza di più di 35 anni.
Ora che l'aborto è legale, ma qualcuno ancora lo vorrebbe abortire, confondendo le possibilità con la necessità.
Consigliatissimo.
Per uomini e donne che si pongono qualche domanda sull'opportunità di diventare genitori o genitrici.
"Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla. [...] Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. E' paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre."
"La vita è una tale fatica, bambino. E' una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele"
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