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venerdì 4 dicembre 2015

ANTIGUA, VITA MIA - Marcela Serrano

Poco si può dire senza togliere il piacere della lettura a chi non l'abbia già assaporata. Un romanzo bellissimo, la cui trama è tutt'uno con la struttura.

Due donne, le protagoniste immancabili della Serrano. Due amiche, da sempre. Le loro vite che si incontrano, che scorrono parallele, si incrociano, si intrecciano, divergono, tornano affiancate, ma non si separano mai.

Due personaggi intensi, come sempre circondati da mille altri, diversamente caratterizzati.
Storie di vita che contengono piccole o grandi tragedie, affrontate con lo spirito delle donne latino-americane. La famiglia è una tribù, le passioni sono coinvolgenti e  totali, siano esse rivolte al lavoro, all'amicizia, all'amore.

Romanzo coinvolgente, appassionato, intenso, molto "latino". Un'ottima compagnia.

Qualche assaggio:

"... alla mia età, ormai si è imparato che esiste solamente la stupidità dei fanatici o il vuoto interiore che li rende tali".

"Se una è donna, è tremendamente faticoso farsi prendere sul serio in qualsiasi campo professionale"

"E' fondamentale distinguere tra il dolore e l'angoscia. L'angoscia paralizza, il dolore fa crescere. So quello che dico, credimi!"

"So cosa sta cercando di dirmi: il lavoro è l'unica cosa in grado di alleviare l'angoscia e di creare la distanza necessaria ad affrontare il mondo esterno."

"Sai una cosa, Javier? A noi donne è stato insegnato dalla notte dei tempi a temere la solitudine".
[...] "Ci hanno rinchiuso dentro castelli circondati da fossati, in torri solitarie, in mezzo ad acque solitarie, un incubo, noi là dentro. Sole. Ma ci hanno ingannato, come su tante altre questioni. Perché, per quanto il fossato possa essere fonte d'angoscia, in fondo in fondo ci protegge nella solitudine. [...]
"Significa che il tuo tesoro è la solitudine?"
"Sì". rispondo, seria. 




 

sabato 10 ottobre 2015

TUTTI I MIEI ROBOT - Isaac Asimov

Trentun racconti scritti tra il 1939 ed il 1977. Tutte le storie di robot di Asimov.

Storie divertenti, interessanti, intriganti, non banali. Riflettono il tempo in cui sono state scritte, e nello stesso tempo testimoniano l'acume e la preparazione dell'autore.  

La contrapposizione tra umano e non umano, le somiglianze tra i robot e le persone sono il motivo sempre presente nei racconti di Asimov. 
Le Tre Leggi della Robotica e l'Etica Umana, la razionalità delle macchine non sempre in conflitto con l'umanità delle emozioni. 

Temi importanti vengono trattati in racconti di intrattenimento che non mancano di suggerire riflessioni anche profonde ed articolate.

Classici attuali. Leggeri e nello stesso tempo interessanti. Un bel libro. 
Consigliatissimo, per tutti.


lunedì 3 agosto 2015

TESTIMONE INCONSAPEVOLE - Gianrico Carofiglio

Un romanzo scorrevole e piacevole. Divertente, non troppo leggero.
Un avvocato alle prese con la propria vita cade in depressione.
Un cliente impossibile, accusato dell'omidicio di un bambino di 9 anni.
La personale battaglia dell'avvocato per ritrovare un equilibrio si intreccia con la disperazione dell'indiziato, che è letteralmente chiuso in trappola. La storia evolve, e si legge con piacere fino in fondo.

Un romanzo simpatico e veloce. 

"Secondo te, qual è la qualità più importante per una persona?" "Il senso dell'umorismo. Se hai il senso dell'umorismo - non l'ironia, o il sarcasmo, che sono un'altra cosa - non ti prendi sul serio. E allora non puoi essere cattivo, non puoi essere stupido e non puoi essere volgare. Se ci pensi, comprende quasi tutto [...]"

 " ... è la teoria che determina ciò che osserviamo. Che cosa significa? Significa che se abbiamo una teoria - una teoria che ci piace, che ci soddisfa, che ci sembra buona - tendiamo ad esaminare i fatti attraverso quella teoria. Piuttoso che osservare obbiettivamente tutti i dati disponibili, cerchiamo solo conferme a quella teoria."

"Appassionarsi e nutrire aspettative sono due cose pericolose. Ci si può fare male, o anche molto male. [...]"

Piccoli avvenimenti, molte riflessioni, una storia semplice, senza grandi colpi di scena. Le pagine scorrono, è un libro accattivante, breve e poco impegnativo.

martedì 21 luglio 2015

IL SILENZIO DELL'ONDA - Gianrico Carofiglio


Romanzo "da spiaggia", si divora in poche ore. 
Storie appena accennate.
Un paziente psichiatrico che deve trovare il modo di togliersi dalla schiena il peso di una vita troppo intensa, troppo difficile, troppo finta, di un lavoro che si è impossessato di tutto il suo essere e che lo ha trasformato.  
Un Carabiniere sotto copertura, che da bambino aveva perso il padre, poliziotto.

Un ragazzino precoce e maturo, segnato a sua volta dalla perdita del padre, che vive solo con la mamma ed ha una vita interiore piuttosto profonta. 
 
Frammenti di vite che lentamente si ricompongono, dolori troppo grandi per poterli dire.
 "Non lo direi mai in pubblico - nessuno di noi lo direbbe mai, ma l'unico modo per spazzare via tutto il sistema e letteralmente mettere in ginocchio le mafie sarebbe legalizzare le droghe".

"I passi indietro derivano dalla paura del cambiamento. Se si convive a lungo con la sofferenza, alla fine essa diventa in qualche modo parte di noi. Quando cominciamo a star meglio, quando cominciamo a staccarci dalla sofferenza, viviamo degli stati d'animo contraddittori. Da un lato siamo contenti, dall'altro ci sentiamo in difficoltà perché ci manca qualcosa che faceva parte della nostra identità e comunque garantiva una forma di equilibrio".

"Aveva sempre considerato la lettura un'attività che richiedeva impegno, programmazione, tempo. Una cosa riservata solo a chi poteva permettersela. Adesso invece veniva fuori che leggere era - poteva essere . come bere, mangiare, camminare o respirare".

Un romanzo scorrevole. Ottimo per una giornata di ozio estivo.



lunedì 20 luglio 2015

NON C'E' OMBRA CHE SIA PIU' OSCURA - Fabrizio Rizzi

"Non c'è ombra che sia più oscura".
La depressione, le patologie psicologiche in genere? Qual è quest'ombra che si addensa sulla protagonista?

Un romanzo psicologico, forse più propriamente un'allegoria in forma di romanzo. 
Si legge. Fin troppo esplicito se si mastica un po' la materia, contiene diversi spunti di riflessione che possono diventare interessanti.

 Marta è una signora che non esce di casa da mesi. Ha un marito, una figlia, una vita agiata. Eppure qualcosa non va. Tra le pagine oniriche di questo romanzo si ritrova il filo della sua storia.

"Ma prima devo sapere. Devi dirmi la verità. Solo dopo potrò essere davvero libera di decidere

"Qualunque cosa sia, la verità è sempre meglio del silenzio, dei segreti pesanti che corrodono la vita".

Interessante la postfazione dell'autore.
"Perché questi nostri sono tempi difficili, sono tempi di confino sempre più esteso. Troppo del nostro vivere sembra essere organizzato in funzione di questa sorta di non-pensiero. Laddove non siano le dipendenze, i disturbi alimentari oppure l'espressione psicosomatica a farsene carico, sono le fobie e gli attacchi di panico i modelli psicopatologici più evidenti e frequenti di questa fuga verso l'esterno, il più possibile lontano dallo scenario interno del conflitto psichico. 
Pensare è fatica. Sentire - soprattutto il dolore mentale - ancor di più".

Pensare è fatica. 
Ma porta soddisfazione.


domenica 19 luglio 2015

L'UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO - Haruki Murakami

In Cammino con un Libro
Un trentenne ha lasciato il lavoro, e si occupa delle faccende domestiche, in attesa di ricominciare a lavorare. 
Il gatto della moglie non è tornato a casa, nelle ultime settimane. 
Arrivano strane telefonare, il protagonista inizia a fare incontri particolarissimi. L'atmostera è misteriosa ed onirica. E' complicato distinguere il reale dal pensato.
Quando anche la moglie Kumiko non torna a casa una sera, né il giorno dopo, lui si trova di fronte numerosi stranissimi misteri. 
Incontra personaggi singolari ed irreali, vive esperienze tra il fisico e lo psicologico. 
Murakami è maestro nel descrivere mondi paralleli che si sovrappongono e si mescolano. La dimensione magica ha poco a che vedere con il concreto, è metafora intricata ed avvincente.
Un romanzo che attira nel suo mondo surreale, in fondo ad un pozzo asciutto dove tutto sembra possibile.
Molto bello. Lettura coinvolgente ed avvincente.

sabato 27 giugno 2015

IL LATO OSCURO DEL CUORE - Corrado Augias

Studiare psicologia ed imbattersi nella vita vera, quella che i manuali non possono descrivere davvero.
Clara, studentessa modello in cerca di occupazione. Un fratello intraprendente ma anche debole. Un padre che invecchia. Rimpianti.
Una signora che invita Clara ad ascoltare una donna, coinvolta in un caso di omicidio. Un incarico ufficioso.
Clara si imbatte così in unintreccio narrato da chi l'ha vissuto, e scopre il contrasto stridente della complessità di una persona rispetto alle storie di donne-pazienti descritte e semplificate dai "grandi" della psicoanalisi.
"Molte ipotesi cadranno, tutte però, comprese quelle poi superate o contraddette, contribuiranno a fondare il metodo scientifico della ricerca psicologica". 

Un romanzo vario, veloce. 
Contrapposizione ed incontro di materie studiate e vite vissute. 
Povertà e ricchezza, materiali ed interiori, si scontrano e giustappongono.
"Era l'idea di verità a dividerli"
Quid est veritas? Est vir qui adest (è l'uomo che hai davanti).

Un omicidio, questa storia che emerge dalla protagonista, non del tutto consapevole. Un'altra donna usata, perduta. Uomini dalla personalità debole e dai modi prepotenti. 
Solitudine.
A lato, una relazione più sana, che il timore rende leggera. Un incontro di anime e cervelli. Che si allontaneranno per poi (forse) ritrovarsi.

"Mia madre apparteneva alla generazione nella quale le donne non si ponevano nemmeno il problema di essere indipendenti. Libere erano solo quelle nate ricche e le puttane. Tutte le altre si sposavano con chi se le pigliava. Si fa presto a dire che le femministe sono ridicole. ... "

"... la disperazione è come un sonnifero, ti prende e ti culla, t'addormenta con giorni sempre uguali, con quel marito, quella vita ... "

"Forse la vera pena d'invecchiare è non incontrare più nessuno che s'interessa a te".

"Le peggiori umiliazioni le avevo avute facendo la moglie"

"Le donne, da secoli, sono portate a pensar male di sé. E' stato insegnato loro che sono deboli, dipendenti per natura, paurose, fragili, bisognose di protezione e di guida. Alcuni di questi insegnamenti, ripetuti per generazioni, sono entrati a far parte dell'inconscio femminile".




domenica 28 settembre 2014

UN CORPO DA ASCOLTARE - Marco Gradassi

Un ragazzo con dei problemi di salute.
Un professore.
Un bosco.

Tante metafore.

Un breve romanzo, ma anche un saggio "divulgativo".
Lettura scorrevolissima, argomenti interessanti.

La trama è un pretesto per condurre il lettore in un viaggio dentro sè stesso, per riflettere sul senso della vita (ma ce l'ha davvero un senso?), sui segnali che il nostro corpo ci lancia per richiamare la nostra attenzione.

Un susseguirsi di metafore, una carrellata di pensieri filosofici e spirituali che poi conducono sistematicamente a suggerire una maggiore consapevolezza terrena, presente, concreta.

Ha un senso la malattia?
Qualcuno può pensare ad un disegno divino, qualcuno al caso (sotto forma di "sfiga"), qualcuno può cercare aiuto nella "magia" o nella spiritualità.
L'autore suggerisce di pensare a corpo e mente come ad un tutt'uno biologico. 
Di guardare al malessere come ad un impulso, una spinta, un segnale per uscire da una situazione "stretta" e cercare di trovare una propria dimensione. Molto probabilmente diversa, nuova.
Senza fuggire,

Molto intelligente il pretesto delle citazioni "bibliche", il riferimento a pratiche spirituali, religiose, filosofiche, per lasciare libero il lettore di dare la propria interpretazione alla "ricerca di senso", e nel contempo per guidarlo ad una visione più terrena, logica, materiale.
Vengono così proposti in termini semplici, quasi casuali, costrutti complessi quali lo stress (quale meccanismo di adattamento orientato a ripristinare un equilibrio e a sfuggire al pericolo).
Viene raccontata la potenza dei condizionamenti sociali, della famiglia di origine, delle nostre aspettative. Vengono raccontati alcuni "meccanismi di difesa".
Viene denunciata la nostra personale ed inconsapevole "fuga dalla libertà".

Si parla di scelte, di movimento, di cambiamento, di possibilità, di evoluzione personale, di crescita, di fuga da e tensione verso, di consapevolezza, di dolore, di sentimenti, di sensazioni. 

Questo, e molto altro. In un libro che sarebbe bene leggere più di una volta.
Per scoprire più diverse possibili interpretazioni.

Qualche assaggio, che estratto dal contesto non rende giustizia alla struttura né al contenuto del libro, per lo più ben articolati e studiati in modo molto attento.

"L'idea di non risalire da dove era caduto, forse dettata dalla paura che accadesse di nuovo, fu il primo di tanti errori che quel giorno ebbe modo di vedere".

"Giorno dopo giorno si concretizza la "filosofia del rinvio" della gioia, a favore della rinuncia e del sacrificio"

"Abbiamo dovuto inventare i reality perché ormai l'essere veri è così raro che per vederlo deve essere rappresentato in un teatro tragicomico in onda tutte le sere alle venti e trenta"


"L'uomo non poteva che inventare un sistema d'intelligenza che si basasse sul funzionamento della propria intelligenza.
E' il motivo per cui ci immaginiamo Dio a forma di vecchio saggio, o altre forme di vita nell'universo con un profilo umanoide. 
Non possiamo creare nulla che già non conosciamo".

Due vie per "stare meglio".
L'accettazione (non passiva e rassegnata, bensì ragionata e consapevole). Via difficilissima. Meno difficile dell'altra: il cambiamento.

Un romanzo-saggio interessante, che può essere letto a vari livelli ed interpretato in una varietà di modi. Lo consiglierei sia agli "addetti ai lavori" che a chi semplicemente abbia voglia di leggerlo.

"La sensazione del troppo tardi, una sensazione che uccide la speranza, ci attende al varco di un'altra stagione della nostra vita."

lunedì 22 settembre 2014

EXTRATERRESTRE ALLA PARI - Bianca Pitzorno


Cosa succederebbe se non conoscessimo il sesso cui appartengono i nostri figli finché questi non raggiungano l'età adulta?
Se l'educazione dei ragazzi e l'interazione tra le persone fosse indipendente dall'appartenenza di genere?

Un delizioso romanzo per ragazzi e adulti.
Con le caratterizzazioni dai contorni fin troppo definiti, tipiche dei racconti per ragazzi, Bianca Pitzorno induce a riflettere.
Pur ormai datato, non si può ritenere superato.

Divertente ed interessante, non può mancare nella libreria di ragazzi e genitori.

Mo è extraterrestre. Sul suo Pianeta le persone non conoscono il proprio sesso fino all'età adulta, nonostante questo sia già definito fin dalla nascita.
A nessuno importa. Le persone sono libere di sviluppare sé stesse seguendo i propri interessi e le proprie inclinazioni.
Mo è ospite di una famiglia terrestre, dove dovrà fermarsi 10 anni. Ha un'età corrispondente ai 10 anni terrestri.
La prima preoccupazione della famiglia terrestre è quella di stabilire se Mo sia un ragazzo o una ragazza, condizione senza la quale i "genitori" terrestri non sono in grado di relazionarsi in modo "adeguato" con l'ospite.

Una lucida denuncia dell'illogicità legata ai tradizionali ruoli di genere, dell'irrazionale resistenza a guardare le situazioni e soprattutto le persone per quelle che sono.
E un suggerimento a riflettere sulle "origini" delle differenze che tra i generi sembrano essere così evidentemente osservabili. Anche quando non lo sono.

Assolutamente da leggere.
"Che la questione avesse per i terrestri un'importanza fondamentale, Mo l'aveva capito fin dal primo momento"

"Scusate, certo che è importante! Visto che Mo deve restare dieci anni a casa nostra. Se non sappiamo se è maschio o femmina, in quale modo ci dovremmo comportare con lui? O con lei? ... insomma, con Mo, accidenti, qualunque cosa sia!"

"cosa significa "in che modo comportarvi?" Non capisco quali dubbi possiate avere. Era stato chiarito tutto nelle lettere, mi pare. Vi eravate impegnati ad essere gentili con Mo, a comportarvi esattamente come se si fosse trattato di un vostro figlio"

"Per aiutarli a crescere ci serve conoscere il carattere dei nostri bambini, le loro tendenze, i loro desideri, i loro punti deboli ... non se sono maschi o femmine ... Questo interesserà semmai loro, quando da adulti desidereranno metter su famiglia. Se ne avranno voglia, visto che su Deneb non è obbligatorio ..."
"Neanche da noi sulla Terra è obbligatorio" 
"Davvero? mi era parso di sì" rispose la denebiana "Evidentemente sbagliavo"

"Ma neppure in quel momento di disperazione la signora Lucilla ebbe il buon senso di pensare che, se avesse abituato Mo e il signor Nicola a avere  cura di Maurizio, ora non si sarebbero trovati così a mal partito"

"All'inizio Andrea aveva adottato la tattica che usava le rare volte che sua madre gli chiedeva qualche aiuto in casa. Non si rifiutava, ma faceva le cose talmente male che la volta successiva sua madre preferiva chiedere quel favore a Caterina.
Con Mo non aveva funzionato. Pretendeva che Andrea ripetesse l'operazione anche dieci volte, fino a eseguirla a regola d'arte".

"Se lo interrogavano, rispondeva a monosillabi e cercava di non sbilanciarsi. Su Deneb questa gli sarebbe sembrata una ipocrisia, ma sulla Terra si chiamava essere diplomatici".

"E lo sai, Tar, che se una donna non è considerata bella, tutti la criticano anche se è brava e intelligente e non va bene nè per sposarsi, perchè gli uomnini vogliono la moglie bella, né per lavorare, perché le richiedono la "bella presenza"? Invece un uomo può essere brutto come un maiale e viene stimato lo stesso sia come marito che nel lavoro."

Un romanzo per ragazzi la cui lettura è imprescindibile anche per gli adulti.
Leggero e nello stesso tempo profondo.
Lettura scorrevole e poco impegnativa, argomenti di notevole spessore.
Un crescendo di significati. L'avevo letto anni fa, ricordavo fosse un gran bel libro.
Mi ricredo. Bianca Pitzorno ha scritto un piccolo capolavoro.
Consigliatissimo. A tutti.




martedì 31 dicembre 2013

RIPRENDERSI LA VITA - Alice Miller

L'ultimo saggio di Alice Miller, alla ricerca della verità per ritrovare il proprio vero sè.

L'autrice denuncia anche qui come l'accettazione della menzogna come un fatto normale sia devastante per le persone. E che sia purtroppo "istituzionalizzata".

Si riferisce alle ingiustizie in senso lato subite nell'infanzia, perpetrate ad opera delle figure di riferimento, in particolare quelle parentali.

"Solo l'indignazione espressa da altri potrebbe aiutarli ad avvertire la propria e a ribellarsi contro la menzogna. Se però praticamente non esiste nessuno che fornisca quest'assistenza morale, se tutte le autorità sono solidali con la menzogna, la depressione sarà per così dire una via obbligata."

"Proviamo ad immaginarci una persona che voglia intraprendere un lungo percorso a piedi e che appena partita si storca una caviglia. Anche se cerca di ignorare il dolore e di proseguire nel cammino perché le piace compiere quel percorso, gli altri si accorgeranno prima o poi che zoppica. Le chiederanno che cosa le sia succsso. Essa racconterà la propria storia, loro capiranno perchè zoppica e le consiglieranno di farsi curare,
Le cose vanno in modo ben diverso quando si tratta delle sofferenze provate nell'infanzia e che nella vita di una persona svolgono un ruolo simile a una distorsione all'inizio di una camminata. Non le si può scaccire "prendendole con filosofia". Si faranno sentire per tutto il percorso, con la differenza però che di regola nessuno vi presterà attenzione." 

Particolarmente interessanti sono le riflessioni sull'odio, che non è in sé stesso un sentimento negativo, se consapevole e "ben indirizzato", in modo responsabile e controllato.
La Miller distingue l' "odio latente deviato" - pernicioso, cristallizzato e accompagnato da perversioni, perché inconsapevole e mai del tutto compreso, troppo spesso anzi ingiustamente represso - dall' "odio conscio, reattivo" - che, se vissuto fino in fondo in modo consapevole può essere smussato e, anche se rivissuto più volte perché sia davvero compreso, non è accompagnato da azioni distruttive e non è pericoloso - dall' "odio legittimo" per una persona che ci tormenta nel presente, sul piano sia fisico sia psichico [...] 

Troppi gli argomenti, perché siano riassunti qui in poche righe.

Alice Miller ha scritto saggi molto interessanti, probabilmente piuttosto ripetitivi nei temi, ma di cui probabilmente c'è ancora bisogno.
Sono divulgativi, poco scientifici, ma stimolano riflessioni.
Il fatto che i concetti espressi  suscitino ancora tante resistenze è indicativo. Concetti scomodi per chi non possieda le risorse cognitive o emotive per comprenderli a fondo.

Ne consiglierei la lettura a tutti, a partire dalla tarda adolescenza.




martedì 29 ottobre 2013

LA TRACCIA DELL'ANGELO - Stefano Benni

Stefano Benni.
Le multinazionali farmaceutiche, le dipendenze legalizzate.

Breve romanzo delicato. 

Morfeo ha un incidente da bambino.
Una diagnosi affrettata lo precipita nell'incubo della dipendenza farmacologica.

"Morfeo aveva adesso trentotto anni, e ogni tanto era depresso e se ne accorgeva. Il dottor Poiana aveva cinquantotto anni, era depresso ma non lo sapeva."

"[...] la sua ultima, dolorosa libertà. I suicidi sono ognuno diverso dall'altro. Non giudicateli. Pietà, immensa pietà per loro. E per qualcuno, onore al coraggio. E lapidi come per tutti e una foto sul comodino. Le foto durano sempre più di noi. buffa cosa chiamarle istantanee".

"Pensava che la chimica gli era amica, e non si sentiva in pericolo".

"Lui mi ha insegnato a tenere il malato spento, controllato col nostro potere chimico e celestiale. Sena prendersi mai nessuna responsabilità".

"[...] l'unico limite di una passione è la passione"

"Il mondo è un enorme ospedale.
Tutti cerchiamo di guarire, di non soffrire troppo, di uscirne vivi ancora una volta, di cambiare qualcosa per sempre".

Un romanzo onirico, surreale e reale, come Stefano Benni sa.
Un bel libro dolce e amaro.



mercoledì 26 dicembre 2012

DIECI DONNE - Marcela Serrano

Malinconico, disilluso, vero. Come un libro della Serrano.
Storie di solitudine. Donne sole. Sposate, vedove, single. Tutte sole. Sempre.
Amaro, malinconico, triste. Speranzoso, stimolante.
Acuto, intelligente, sensibile.

10 donne. 
In cascuna di loro si trova inevitabilmente un pezzo della propria storia personale.
Un po' come leggere l'oroscopo.
Ci si trova sempre un pezzo di verità, perché dice tutto di tutti, un po'.

Natasha: "Quanto mi commuovono le donne. E che pena mi fanno. Perché una metà del genere umano si è fatta carico di un fardello così pesante, mentre l'altra metà non fa nulla?"

Mané (un tempo bellissima, ora anziana)"Non ha senso aspettare il momento giusto, perché non arriva mai. Quel momento non esiste."

Layla (stuprata, dipendente dall'alcool): "Per poter guarire qualsiasi persona deve essere capace di farsi carico dei propri ricordi. E per farlo ha bisogno degli altri."

Luisa (vedova di un desaparecido): "Sapete cos'é che ammazza? Il silenzio. E' questo che ti ammazza. [...] Diventa tutto buio. Cerchi di non pensare alle cose che ti fanno star male, ma è uno sbaglio, perché così non impari. Anche se è duro, bisogna fermarsi e afferrarle, le cose, acchiapparle, come una lepre nel campo, mettere delle trappole per catturarle e non lasciarle scappare. [...]"
 
Simona (giornalista): "Chi l'ha detto che essere single è una tragedia?" "Qualcuno di voi crede che ci si possa liberare dell'educazione ricevuta? Non ce ne liberiamo, ci ribelliamo, ma non riusciremo mai a emanciparcene completamente."
"Intrappolate come siamo nelle nostre dipendenze, da quelle affettive a quelle economiche, noi donne siamo poco abituate a SCE-GLIE-RE."
"Una coppia è composta di due persone indipendenti, non è un unico agglomerato [...]"

Natasha: "Il valore degli esseri umani sta nella loro capacità di separarsi dagli altri, di essere indipendenti, di appartenere a sé stessi e non al branco."

Filo conduttore. Storie di vita. Vite condizionate da eventi esterni, da pressioni sociali ed economiche, da scelte.
Scelte che possono essere riviste solo in prospettiva, quando il tempo è passato e non torna.
Come ogni vita.

Un bel libro. Da leggere.


domenica 13 giugno 2010

ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE - Loredana Lipperini

Le bambine perbene non sfracellano zombie”.

Elena Gianini Belotti passa il testimone a Loredana Lipperini.
Lo fa formalmente, nella sua prefazione a questo nuovo “Ancora dalla Parte delle Bambine”. Di cui purtroppo c’è ancora bisogno.

Nulla è cambiato nella sostanza dalla pubblicazione di “Dalla parte delle Bambine”. Trent’anni e ancora l’educazione dei bambini viene improntata fin dalla nascita in modo fortemente sessista, fortemente discriminante, ancora e sempre a scapito del “secondo sesso”, quello femminile.

Eppure, dice la Belotti, “ci sono in giro fior di donne intelligenti, lucide, volitive e coraggiose, che a dispetto del persistente condizionamenti a un ruolo subordinato e di mille altri ostacoli sono riuscite nell’impresa di conquistare qualcosa solo per se stesse e di farlo fruttare”.

Una carrellata di orrori, a partire dalla letteratura (scolastica) che ripropone modelli stereotipati e nemmeno più attuali, per passare attraverso un linguaggio sempre sessista, per giungere ai modelli da seguire e alle aspirazioni più “naturali”.
Così la cultura diventa ornamento, accessorio non necessario, la preparazione e la competenza inutili orpelli, la volontà, la libertà, la determinazione appannaggio ancora esclusivamente maschile.
Per esaltare sempre la “naturale” propensione femminile verso la cura dell’altro, la maternità, un ruolo passivo ed ornamentale, di pura coreografia.

C’è di che indignarsi. Ma non rimane spazio, per questo, in virtù tra l’altro del “malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi”.

Quello che emerge, insomma, è che negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine”.

Un saggio da leggere, mangiare, approfondire.
Concetti su cui riflettere, da non dimenticare. Mai.

Va fermata la cultura che offende le donne. Se volete fare qualcosa, non tollerate minacce o violenza, o gli insulti a sfondo sessuale. Non mettete questa gente su un piedistallo. Non lasciate che vadano avanti chiamandoli commentatori o critici”. Kathy Sierra

Il tutto naturalmente travisato nel rispetto formale, nell’offerta di protezione e di appoggio, nell’asserito intento di preservare un fiore tanto prezioso qual è la femminilità.
Menzogne. E nemmeno a fin di bene.

"Chi vuoi essere, bambina?
Se tu potessi darmi una risposta logica, diresti: “niente. “Io non voglio essere niente di tutto quello che state offrendo. io scelgo di essere altro”.
E’difficile spiegare a Barbie e Razanne che dovrebbero rifiutarsi di giocare, perché i dadi sono truccati; è difficile spiegare loro che il poeta che le esalta non è che la fodera splendente del maiale che le stupra.”

La disputa continuerò finchè gli uomini e le donne non si riconosceranno come simili (Simone De Beauvoir).

C’è molto da fare, molto da dire, molto su cui ragionare.
C’è di che indignarsi davvero.
Sognando un mondo di persone.

domenica 21 febbraio 2010

A COLLOQUIO - Massimo Cirri


Divertente e irriverente.
Il punto di vista di uno psicologo apparentemente "distratto", che divaga con le proprie considerazioni sul mondo, liberamente associate ai racconti dei propri pazienti a colloquio. 
Leggero ma non superficiale.
Una simpaticissima lettura. 
Per tutti, anche se "gli addetti ai lavori" possono cogliere qualche sfumatura in più. Per gradire!
 
 "Se vedi la noia, c'è speranza".

"Nel mondo delle psicocose ognuno parla un dialetto diverso a seconda della tribù d'appartenenza. Ne hanno contate più di ottocento: scuole, circoli, società e fazioni scissioniste di questi. Quasi peggio della sinistra italiana"

"Perché le merci ci consolano, sono l'antidepressivo più consumato, e i centri commerciali le più grandi farmacie del Creato. Ma mai le merci sfameranno l'uomo". 

Da vicino, nessuno è normale.

domenica 27 settembre 2009

IL LINGUAGGIO DEL CAMBIAMENTO - Paul Watzlawick

Un saggio interessante, reso a tratti divertente dalla capacità espressiva di Watzlawick, che sa parlare in modo razionale all'emisfero destro del nostro cervello.

La realtà costruita, soggettiva, può essere analizzata e modificata utilizzando il linguaggio adeguato nel modo migliore.

Se la realtà non è oggettiva ed esterna a noi, ma nostra personalissima, costruita quale “immgine del mondo”, il linguaggio é in grado di cambiarla.

Linguaggio che, se origina dal destro dei nostri due cervelli, e se azzecca il lessico, la grammatica, la sintassi appropriati per una situazione specifica, può essere potente quanto la più concreta delle azioni.

" ... un individuo può barare con sé stesso riguardo alle reali proporzioni dell'esperienza di una profonda infelicità o disperazione fino a quando essa si palesa con improvvisa e intollerabile chiarezza nella sfera del banale."

Tristemente concreto il chiasma: "L'aiuto ai paesi in via di sviluppo consiste nel portar via denaro ai poveri nei paesi ricchi per darlo ai ricchi nei paesi poveri, battuta che, ahimé, coglie fin troppo nel segno."

Un saggio da leggere.

Con spirito critico, con un occhio ai nostri tempi e a chi del discorso rivolto agli emisferi destri fa professione di ciarlatano.



lunedì 20 aprile 2009

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI - Paolo Giordano

Una storia scorrevole, si legge alternando sorrisi e riflessioni. Una punta di amarezza di fondo.

Due vite tanto vicine, che scorrono parallele e perdono sistematicamente l'occasione di incontrarsi davvero.
Due persone segnate nel profondo, per diversi motivi, con una spaccatura che risale all'infanzia e non si è mai richiusa.
Decisioni futili, che prese in pochi secondi, orientano per sempre il corso di un'esistenza.
Celebrazione dell'incapacità di volere davvero bene a sé stessi.
Un racconto tenero e amaro.

Non un "cult". Un libro mangiato, forse solo per l'astinenza dal piacere che si prova nel leggere in perfetta solitudine.

"La solitudine dei numeri primi" - 2008 - Paolo Giordano

lunedì 23 giugno 2008

L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO - Oliver Sacks

Una serie di racconti brevi, ognuno dei quali ha per protagonista un paziente neurologico e la sua malattia. Ma è qualcosa di diverso da una carrellata di casi clinici.
Oliver Sacks è un neurologo che si interroga sul significato delle patologie in cui si imbatte. Sul significato che queste hanno per chi ne è colpito.
Rubo le parole all’autore, che nella sua prefazione scrive: “… i malati e la loro malattia mi inducono a riflessioni che altrimenti, forse, non avrei fatto”. E ancora: “L’intima natura del paziente è del tutto pertinente all’ambito d’indagine più elevato della neurologia e alla psicologia, poiché esse hanno intimamente a che fare con la personalità del paziente, e lo studio della malattia non può essere disgiunto da quello dell’identità”. Parla di “neurologia dell’identità”, Sacks.
E parla dei suoi pazienti nella loro interezza. “… va detto fin dall’inizio che una malattia non è mai semplicemente una perdita o un eccesso, che c’è sempre una reazione da parte dell’organismo o dell’individuo colpito, volta a ristabilire, a sostituire, a compensare e a conservare la propria identità, per strani che possano essere i mezzi usati …”.
E Sacks racconta con umana partecipazione le curiose peculiarità presentate dai suoi pazienti, che descrive senza nascondere una sorta di affetto terapeutico.
E si fa conoscenza per primo proprio con l’uomo cui è intitolato il libro, che, “evidentemente convinto che la visita fosse finita, si guardò intorno alla ricerca del cappello. Allungò la mano e afferrò la testa di sua moglie, cercò di sollevarla, di calzarla in capo. Aveva scambiato la moglie per un cappello! La donna reagì come se fosse abituata a cose del genere”.
E poi di seguito con tante altre storie, ognuna unica e personalissima.
Ho trovato particolarmente accattivante, per moltissimi motivi il racconto “Il discorso del Presidente”, in cui vengono descritte le reazioni di pazienti neurologici affetti da afasia percettiva e da agnosia totale ad un discorso poco spontaneo. Gli unici che a differenza dei “normali” non si bevvero il falso e recitato discorso del Presidente.
Un libro che ho “mangiato”. Credo piacevole e scorrevole anche per i non addetti ai lavori.
Ne consiglierei vivamente la lettura.


L'Uomo che Scambiò sua Moglie per un Cappello - Oliver Sacks (1985)

sabato 30 giugno 2007

LA RIVOLTA DEL CORPO - Alice Miller


La rivolta del corpo. I danni di un’educazione violenta.
Non solo le condotte perseguibili per legge (abusi sessuali, violenza fisica) sono dannosi per i figli. Un’educazione rigida, orientata alle regole e non all’ascolto, rapporti anafettivi, basati sulle menzogne, sui giochi di ruolo piuttosto che sulla condivisione e sulla comprensione dell’altro hanno effetti devastanti sui bambini, e sugli adulti che questi diverranno.
Alice Miller si scaglia contro il quartro comandamento (“onora il padre e la madre”), postulando che onore e amore da parte dei figli devono essere conquistati e meritati dai genitori attraverso l’esempio. Nessuna ricetta, solo il rispetto per la persona che si ha di fronte.
Le patologie fisiche e psichiche hanno origine nella negazione del dolore patito durante l’infanzia.
E’ necessario affacciarsi alla propria verità, con spirito libero e senza cadere nella trappola del perdono, che secondo l’autrice non ha mai prodotto “guarigione”.
Comprendere la realtà, al di là della morale corrente, per superare la barriera di finzione, costrizione, maschera e autoinganno travestiti da “amore parentale”.
Il nostro cervello è un essere vivente che conserva compiuta memoria di ciò che gli è accaduto.
La verità negata trova sfogo nella malattia, il corpo si ribella alla mancanza di amore!
Un saggio divulgativo, interessante ed illuminante, come tutti i libri di Alice Miller. Libri che ogni figlio dovrebbe leggere.
"La rivolta del corpo. I danni di un'educazione violenta" - Alice Miller (2004)

LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO - Oriana Fallaci

1975. L'aborto in Italia è reato.
Viene concepito un bambino, o bambina. Da due persone che non sono sposate. La madre scrive questa lettera appassionata, razionale ed emotiva insieme. 
Esplora sensazioni, sentimenti, paure, immagini, progetti e possibilità future. 

Dalla maternità in quanto tale, le sensazioni, i sentimenti dell'essere madre pur non avendolo deciso a priori, il rapporto col figlio (o la figlia?), alle difficoltà oggettive. Il lavoro, la carriera, la propria vita che non prevede spazio per un essere dipendente che necessita tempo e cure e denaro.

Alle reazioni dell'altro, degli altri. Il padre. I medici. Sul lavoro. 
Un bambino che sembra essere imprescindibile per una donna, ma ... no, come non detto. Non è sposata, quindi è un dramma, una catastrofe!

E riflessioni, e susseguirsi di sentimenti.

Un romanzo molto attuale anche a distanza di più di 35 anni. 
Ora che l'aborto è legale, ma qualcuno ancora lo vorrebbe abortire, confondendo le possibilità con la necessità.
Consigliatissimo. 
Per uomini e donne che si pongono qualche domanda sull'opportunità di diventare genitori o genitrici.

"Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla.  [...] Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. E' paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre."

"La vita è una tale fatica, bambino. E' una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele"