“Le bambine perbene non sfracellano zombie”.
Elena Gianini Belotti passa il testimone a Loredana Lipperini.
Lo fa formalmente, nella sua prefazione a questo nuovo “Ancora dalla Parte delle Bambine”. Di cui purtroppo c’è ancora bisogno.
Nulla è cambiato nella sostanza dalla pubblicazione di “Dalla parte delle Bambine”. Trent’anni e ancora l’educazione dei bambini viene improntata fin dalla nascita in modo fortemente sessista, fortemente discriminante, ancora e sempre a scapito del “secondo sesso”, quello femminile.
Eppure, dice la Belotti, “ci sono in giro fior di donne intelligenti, lucide, volitive e coraggiose, che a dispetto del persistente condizionamenti a un ruolo subordinato e di mille altri ostacoli sono riuscite nell’impresa di conquistare qualcosa solo per se stesse e di farlo fruttare”.
Una carrellata di orrori, a partire dalla letteratura (scolastica) che ripropone modelli stereotipati e nemmeno più attuali, per passare attraverso un linguaggio sempre sessista, per giungere ai modelli da seguire e alle aspirazioni più “naturali”.
Così la cultura diventa ornamento, accessorio non necessario, la preparazione e la competenza inutili orpelli, la volontà, la libertà, la determinazione appannaggio ancora esclusivamente maschile.
Per esaltare sempre la “naturale” propensione femminile verso la cura dell’altro, la maternità, un ruolo passivo ed ornamentale, di pura coreografia.
C’è di che indignarsi. Ma non rimane spazio, per questo, in virtù tra l’altro del “malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi”.
“Quello che emerge, insomma, è che negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine”.
Un saggio da leggere, mangiare, approfondire.
Concetti su cui riflettere, da non dimenticare. Mai.
“Va fermata la cultura che offende le donne. Se volete fare qualcosa, non tollerate minacce o violenza, o gli insulti a sfondo sessuale. Non mettete questa gente su un piedistallo. Non lasciate che vadano avanti chiamandoli commentatori o critici”. Kathy Sierra
Il tutto naturalmente travisato nel rispetto formale, nell’offerta di protezione e di appoggio, nell’asserito intento di preservare un fiore tanto prezioso qual è la femminilità.
Menzogne. E nemmeno a fin di bene.
"Chi vuoi essere, bambina?
Se tu potessi darmi una risposta logica, diresti: “niente. “Io non voglio essere niente di tutto quello che state offrendo. io scelgo di essere altro”.
E’difficile spiegare a Barbie e Razanne che dovrebbero rifiutarsi di giocare, perché i dadi sono truccati; è difficile spiegare loro che il poeta che le esalta non è che la fodera splendente del maiale che le stupra.”
La disputa continuerò finchè gli uomini e le donne non si riconosceranno come simili (Simone De Beauvoir).
C’è molto da fare, molto da dire, molto su cui ragionare.
C’è di che indignarsi davvero.
Sognando un mondo di persone.
Un libro scritto con un'intelligenza invidiabile.
RispondiEliminaSono questi i punti di vista di cui ha bisogno la nostra società per svilupparsi.
Complimenti vivissimi all'autrice, da una ragazza che spera in un futuro migliore.
Sperare non basta.
RispondiEliminaA volte non fa male "sfracellare uno zombie"!
;-)