Stefano Benni.
Le multinazionali farmaceutiche, le dipendenze legalizzate.
Breve romanzo delicato.
Morfeo ha un incidente da bambino.
Una diagnosi affrettata lo precipita nell'incubo della dipendenza farmacologica.
Una diagnosi affrettata lo precipita nell'incubo della dipendenza farmacologica.
"Morfeo aveva adesso trentotto anni, e ogni tanto era depresso e se ne accorgeva. Il dottor Poiana aveva cinquantotto anni, era depresso ma non lo sapeva."
"[...] la sua ultima, dolorosa libertà. I suicidi sono ognuno diverso dall'altro. Non giudicateli. Pietà, immensa pietà per loro. E per qualcuno, onore al coraggio. E lapidi come per tutti e una foto sul comodino. Le foto durano sempre più di noi. buffa cosa chiamarle istantanee".
"Pensava che la chimica gli era amica, e non si sentiva in pericolo".
"Lui mi ha insegnato a tenere il malato spento, controllato col nostro potere chimico e celestiale. Sena prendersi mai nessuna responsabilità".
"[...] l'unico limite di una passione è la passione"
"Il mondo è un enorme ospedale.
Tutti cerchiamo di guarire, di non soffrire troppo, di uscirne vivi ancora una volta, di cambiare qualcosa per sempre".
"Il mondo è un enorme ospedale.
Tutti cerchiamo di guarire, di non soffrire troppo, di uscirne vivi ancora una volta, di cambiare qualcosa per sempre".
Un romanzo onirico, surreale e reale, come Stefano Benni sa.
Un bel libro dolce e amaro.
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