venerdì 4 dicembre 2015

ANTIGUA, VITA MIA - Marcela Serrano

Poco si può dire senza togliere il piacere della lettura a chi non l'abbia già assaporata. Un romanzo bellissimo, la cui trama è tutt'uno con la struttura.

Due donne, le protagoniste immancabili della Serrano. Due amiche, da sempre. Le loro vite che si incontrano, che scorrono parallele, si incrociano, si intrecciano, divergono, tornano affiancate, ma non si separano mai.

Due personaggi intensi, come sempre circondati da mille altri, diversamente caratterizzati.
Storie di vita che contengono piccole o grandi tragedie, affrontate con lo spirito delle donne latino-americane. La famiglia è una tribù, le passioni sono coinvolgenti e  totali, siano esse rivolte al lavoro, all'amicizia, all'amore.

Romanzo coinvolgente, appassionato, intenso, molto "latino". Un'ottima compagnia.

Qualche assaggio:

"... alla mia età, ormai si è imparato che esiste solamente la stupidità dei fanatici o il vuoto interiore che li rende tali".

"Se una è donna, è tremendamente faticoso farsi prendere sul serio in qualsiasi campo professionale"

"E' fondamentale distinguere tra il dolore e l'angoscia. L'angoscia paralizza, il dolore fa crescere. So quello che dico, credimi!"

"So cosa sta cercando di dirmi: il lavoro è l'unica cosa in grado di alleviare l'angoscia e di creare la distanza necessaria ad affrontare il mondo esterno."

"Sai una cosa, Javier? A noi donne è stato insegnato dalla notte dei tempi a temere la solitudine".
[...] "Ci hanno rinchiuso dentro castelli circondati da fossati, in torri solitarie, in mezzo ad acque solitarie, un incubo, noi là dentro. Sole. Ma ci hanno ingannato, come su tante altre questioni. Perché, per quanto il fossato possa essere fonte d'angoscia, in fondo in fondo ci protegge nella solitudine. [...]
"Significa che il tuo tesoro è la solitudine?"
"Sì". rispondo, seria. 




 

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