Stupendo.
Scanzonato, diretto, allegro questo racconto di molestie e repressione che una volta riconosciute possono e devono essere raccontate perché diventino cià che sono.
Ingiustizia evitabile.
La profonda leggerezza di Teresa Cinque, stampata in un libro ben scritto e strutturato.
Un viaggio nella sua vita, per mano a lei, dentro immensi dolori, problemi, una famiglia disfunzionale come ce ne sono troppe.
Riattraversare con un'altra persona gli anni '70 e '80 e '90.
Il piacere sessuale, che è filo conduttore e pretesto per seguire il fluire del tempo.
Molestie, violenza, amore e infatuazione. Il corpo della donna, sistematicamente frainteso, e il suo sentire, sentirsi, pensarsi persona.
Diventare persona è un lavoro complesso, se poi sei nata femmina è anche più arduo.
L'amore dalla vita. Quello che una volta sola si raggiunge che - inevitabilmente? - si perde in un fratello, che si cercherà per il resto del tempo, senza trovarlo.
"Mi accadeva quella cosa strana per cui le femmine si vergognano degli atti osceni dei maschi. Sei tu con il pisello in mano e io mi devo vergognare?" (p. 110)
"Mi domando se una molestia subita da piccola non sia il contrario delle malattie infettive, invece degli anticorpi sembre creare i presupposti per delle recidive" (p. 111)
"Perchè si, forse non si dice in giro, ma l'intelligenza è rassicurante. Una persona che capisce, che comprende la complessità, che coglie le sfumature, che interpreta, che infra-legge, cos'altro possiamo chiedere di più a parte l'amore?" (p.149)
Una testimonianza (cosa c'è di vero? quanto è esempio, iperbole, narrazione? non importa. è racconto "reale" a prescindere dai dettagli) da leggere.
Istruttiva. Illuminante. Schietta.
Un libro da leggere. Un libro che maschi e femmine dovrebbero leggere.
Uno spunto per acquisire informazioni, per cominciare a riflettere, per (non) prendere esempio.
In Teresa Cinque si trova una Sorella, un'Amica, un'Amante.
Testo leggerissimo e profondo nel contempo.
Il sentimento che si prova per l'autrice è gratitudine.
Grazie, Teresa Cinque. Grazie, Elisa Giannini.
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