mercoledì 18 settembre 2019

AFTER DARK - Haruki Murakami

In Cammino con un Libro - Ex Libris Libertas
Temi ricorrenti: un'atmosfera sfuggente, irreale, musica in sottofondo, vecchi 33 giri in vinile. 
Il punto di vista, un noi, un plurale che non è majestatis quanto piuttosto un accomunare chi scrive con chi legge. Noi. 
Una telecamera fluttuante, l'osservazione esterna di scene la cui descrizione realistica cozza contro la sospensione delle situazioni. 

Personaggi che non hanno nulla in comune tra loro e persone reciprocamente legate nel profondo intersecano le proprie esistenze in una notte. 

Murakami scruta nella sofferenza, la sviscera, la scompone in immagini vivide, tangibili, concrete, solide e nel contempo oniriche, inconsistenti, impalpabili. 

Narrazione introspettiva e allegorica: niente è come viene descritto; ciò che è descritto significa altro. 
Incompiuto il finale, eppure il cerchio si chiude. E viene voglia di dormire per sempre, mentre il giorno si affaccia, come pagina bianca, su quelle vite di cui è stato appena accennato. 

Bel romanzo, penetrante e sfuggente. 

"A notte fonda, il tempo scorre a modo suo" (p.53)

"- Ti diverti, quando suoni? [...]
- Sì. A parte volare su e giù per il cielo, è la cosa che mi diverte di più"
- Hai volato su e giù per il cielo?
Takahashi sorride. E sempre soddifendo lascia passar un po' di tempo
 - No, non ho mai volato, [,,,]" (p. 75)

"Se morire significa venire chiusi da soli in una stanza, in un palazzo di uffici, allora, qualunque cosa si faccia, non c'è via d'uscita." 
[...] 
Da ovunque sia arrivata questa realtà, pensa, chiunque mi ci abbia portato, sta di fatto che ora sono stata abbandonata in questo posto, sono rinchiusa tutta sola in quest'assurda stanza polverosa senza vista e senza uscita.
[...]
Questa ... questa è soltanto una grande stanza vuota".
(p. 93)

"Nessuno sa che io mi trovi qui, si dice. Ne sono sicura. Nessuno sa che io sono qui." (p. 94)

[... ] ... gatti ... [...] non posso più tenerne, e mi mancano, mi manca il loro contatto".(p.96) 


"Be', semplifica la vita, avere soltanto una casa dove tornare" (p. 113)

"Quando smetto di lavorare e mi infilo nel letto, penso sempre a come sarebbe bello non svegliarmi più. Addormentarmi e non svegliarmi più. Almeno non avrei più bisogno di pensare a nulla". (p. 131)


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