"Sono solo parole. Parole. Le parole non hanno mai ucciso nessuno. Si saprebbe". - "Infatti si sa, Le Guern. Le parole, invece, hanno sempre ucciso".
Una professione desueta, il banditore. Un'urna, in cui le persone depongono i propri messaggi, che il banditore declama, legge, recita al vento, a chi ascolta, alla folla che si forma per ascoltare.
Una sorta di bacheca pubblica, in carne ed ossa, viva.
Messaggi di ogni genere, tra cui spiccano testi particolari, inquietanti e apparentemente incomprensibili.
Lo spettro della peste. Talismani e superstizioni.
Morti, omicidi. Il commissario Adamsberg indaga, seguendo il filo dei propri disordinati pensieri, e il filo della propria disordinata vita.
"[...] Comunque sappia che si tratta di un superalcolico molto particolare. Non solo si diventa inefficienti, ma quasi tonti, inebetiti, un po' come la lumaca nella sua bava. Una mutazione stupefacente." - "E' doloroso?" - "No, è come una vacanza".
"[...] Non mi avvicino mai alle ortiche, Adrien, non le strappo mai. Non sono mi, capisce, come non mio il resto." - Camille lasciò cadere il braccio e sorrise. - "Ma, improvvisamente, uno sbaglio, un errore. E ci si fa pungere senza volerlo." - "Brucia?" - "Non è nulla, passerà".
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