domenica 25 febbraio 2018

I BASTARDI DI PIZZOFALCONE - Maurizio De Giovanni

Un altro trasferimento per il Commissario Lojacono. 
Al Commissariato di Pizzofalcone confluiscono poliziotti e poliziotte con un  passato poco chiaro, un urriculum burrascoso, un carattere peculiare. Una squadra improbabile, sotto la guida del commissario Palma. 

La sfida è tenere aperto il Commissariato stesso, e l'opportunità è il solito assassinio. 
Una anziana signora, amatissima e sinceramente ammirata e rispettata da chiunque la conosca, viene uccisa in casa propria. 

Altre due vicende vengono introdotte, una ragazza che non esce mai dall'appartamento in cui è ospite, e una serie di suicidi sui quali secondo il vicecommissario Pisanelli, e soltanto secondo lui, sarebbe il caso di approfondire qualche indagine. 

Come sempre il caso si intreccia alle vicende personali dei protagonisti, passando quasi in secondo piano. 
La squadra di Pizzofalcone è variamente assortita, i personaggi eterogenei e ciascuno problematico a suo modo.  Persone, esseri umani, con le proprie debolezze. 

"Aveva appreso, col tempo, che seguire l'istinto non era altro che dare ascolto a una parte del pensiero che continuava a lavorare sotto il limite della coscienza. E spesso, proprio per questo, era il pensiero migliore, quello che poteva concentrarsi senza le distrazioni del mondo esterno."

"Una volta gliel'avevo chiesto, perché le piacevaano tanto: e lei mi disse che a guaradre là dentro si poteva sognare un futuro che non c'era, e sembrava tutto vero."

Piacevole lettura, scorre e finisce presto. E viene voglia di leggere un seguito.




lunedì 19 febbraio 2018

IL METODO DEL COCCODRILLO - Maurizio De Giovanni



Non contengono colpi di scena, i romanzi di De Giovanni. La detective story funge quasi da contorno ai personaggi, più che essere protagonista. 
Eppure i suoi romanzi catturano. 
Per la leggerezza, la semplicità di lettura, e per le descrizioni di luoghi e anime. Descrizioni che sanno essere immediate e nello stesso tempo non del tutto banali.

Un poliziotto trasferito lontano da casa, punizione d'ufficio per una colpa non provata, un caso complesso, una magistrata che sa il fatto suo. 
Protagonista è sempre Napoli, città controversa e chiacchierata, amata e odiata. 
Delle uccisioni all'apparenza slegate tra loro, non fosse per il fatto che la mano assassina è la stessa.

"Nessuno vede chi cammina in silenzio, a testa bassa, mostrando di avere pensieri e problemi; nessuno corre il rischio di condividere pensieri e problemi, anche solo incrociando uno sguardo. Il vecchio cammina, e piega la schiena nel tentativo di sembrare più vecchio. La vecchiaia è un carico pesante, e questo peso nessuno lo vuole. La vecchiaia sembra una malattia contagiosa, fa schifo e la si evita.".

Un altro romanzo che tiene compagnia senza impegnare.

giovedì 8 febbraio 2018

RONDINI D'INVERNO - Maurizio De Giovanni


Inverno nebbioso, a Napoli negli anni ‘30. 
Si approssima Capodanno, con le aspettative illusorie che il cambio di data porta con sè. 
Sono anni difficili, è iniziata una triste epoca per l’Italia e l’Europa. Lo scenario in cui si muovono il Commissario Ricciardi, il suo amico e collega Beigadiere Maione, l’illuminato dottor Modo e le persone che con loro interagiscono è remoto e nello stesso tempo estremamente attuale. 

Un caso particolare. Uxoricidio a teatro, sul palco, di fronte al pubblico. 
L’ho uccisa, ma non sono stato io”. 
Indagine in corso. Indagine intrecciata con le vicende personali dei protagonisti, e che rispetto a queste passa in secondo piano. Amore e morte, come sempre. Il vecchio musicista che era apparso negli interludi degli ultimi romanzi acquista la propria individualità, assume il proprio ruolo. 
È l’addio di De Giovanni al suo Commissario Luigi Alfredo Ricciardi. 

Forse è giusto così, poco spazio ci sarebbe stato per ulteriori vicende in questo contesto. 
O forse l’autore cambierà idea e proporrà nuove storie che abbiano avuto come protagonista questo improbabile poliziotto che vede i morti ed è poco espansivo con le persone vive. 
Romanzo amaro e dolce, lettura amabile, buona compagnia di qualche giornata d’inverno. 

"Il regalo piú prezioso, la conquista piú grande è stata la consapevolezza."

"Stavolta però, ti racconto la storia della rondine che ho conosciuto, quando il mondo mi pareva pieno di colori, di tutti i colori: e poi ne perse uno. Un colore solo, gli altri sono rimasti; ma sapere che proprio quello non lo vedrai mai piú ti fa morire poco a poco, granello dopo granello come in una clessidra. E nella clessidra mia, polvere non ce n’è quasi piú."

 ... "caricheranno queste cianfrusaglie su un furgone e le abbandoneranno in una discarica. Ma in mezzo a libri e giornali, spartiti e dischi, c’è un senso, un senso che solo io intendo. Un filo che unisce la mia nascita alla mia morte."

"Poi riprende: nel sogno, però, non possiamo far niente. Non possiamo allungare la mano per difenderci e neanche per afferrare ciò che vogliamo. Stiamo solo sognando e la mano non si muove. E avvertiamo la frustrazione, il senso d’inettitudine."

"Perché è il sogno, proprio il sogno, la montagna piú alta da scalare, l’abisso piú profondo da esplorare. Il sogno, dove non avrete difese, dove la ragione non vi sarà d’aiuto. Il sogno, dove tutto è possibile e impossibile; dove volerete alto nei cieli, ma sarete anche feriti dal petalo di un fiore. Il sogno, dove camminerete schiacciati dal peso di un amore, dove non avrete il futuro a cui appoggiarvi per sfuggire al passato."