giovedì 28 aprile 2011

APPUNTI DI UN VENDITORE DI DONNE - Giorgio Faletti

È un giallo. E, quando c'è tempo, i gialli si leggono tutti d'un fiato.
Questo romanzo di Faletti non è un'eccezione.
Stile pulito e scorrevole, metafore simpatiche e leggere, trama coinvolgente, ambientata in un'Italia dei suoi anni di piombo.

Il sequestro Moro come sfondo, mille macchinazioni al centro della storia, che, collocazione storica a parte, sembra (ed é) del tutto attuale.

Se non fosse per le cabine telefoniche a gettone, l'assordante assenza di telefoni cellulari e computer, e per gli ambienti che sanno di fòrmica anni '70, potrebbe assomigliare ad un intrigo dei giorni nostri. Di fatto a ben guardare lo è.

D'altra parte cambiano i mezzi,  ma non le persone.
Il Potere ha sempre lo stesso odore, ed è seduttivo. Anche se profuma di morte.
E una volta ottenuto è la peggiore delle droghe. Non è il potere ciò che logora davvero, ma il timore della sua perdita.

"È tipico delle persone piccole cui viene dato un piccolo potere. Forti con i deboli, deboli con i forti".

Non cito altro, si tratta di un giallo!
Ah, no. Anche questo (posso farlo, sta in copertina!):
"Solo gli stupidi e gli innocenti non hanno un alibi".

Fantasia spinta e realtá fin troppo vera si fondono in modo gustoso.
Da leggere, gustoso libro da spiaggia!

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