Altro avvincente romanzo di Isabel Allende.
Ambientato in una Haiti di fine 1700, allora Santo Domingo, terra di inaudite violenze coloniali, scossa dalla rivolta degli schiavi neri.
Un inno alla libertà, una disincantata descrizione della realtà più cruenta, storia di sopraffazioni, violenze, vendetta, rivolte, inganni.
Una storia di amore e di morte. Di vita.
Il racconto alterna la narrazione in terza persona, e la descrizione degli eventi visti con gli occhi della protagonista. I personaggi della Allende ricalcano sempre uno stesso carattere.
Fierezza, coraggio e determinazione unitamente ad una sensualità tutta sudamericana, i protagonisti maschili e femminili delle storie della Allende sono tutti a loro modo degli eroi.
A fare da sfondo per l'ennesimo epico romanzo di amore ed avventura, i Caraibi ed il Missisipi, Saint-Domingue, La Habana e New Orleans, e l'ingiustizia contro cui lottare sempre e comunque, e mai del tutto sconfitta.
"Non può un essere umano possedere e sfruttare un'altra persona", replicò Parmentier
"Non ha mai avuto uno schiavo, dottore?"
"No. E non lo avrò neanche in futuro".
"Non c'è nulla di tanto pericoloso quanto l'impunità, amico mio, è allora che la gente impazzisce e si commettono le peggiori atrocità, non importa il colore della pelle, sono tutti uguali. Se lei vedesse quello che ho visto io, metterebbe in dubbio quella superiorità della razza bianca di cui tante volte abbiamo discusso."
"... la libertà non era gratis, bisognava guadagnarsela lottando".
Sulla speranza in un cambiamento possibile.
Un bel romanzo.
"Tutti abbiamo un'inaspettata riserva di forza che emerge quando la vita ci mette alla prova".
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