In che modo cambierebbero le cose?
Capolavoro satirico che la mancanza (quasi totale) di punteggiatura obbliga a leggere (quasi) senza prendere fiato.
Ostico lo stile, discorso diretto e indiretto si confondono, e i punti interrogativi devono essere immaginati, eppure divertentissimo, pungente, tagliente, graffiante, sferzante il contenuto. A tratti esilarante, pur amaramente.
Mirabile la sorniona descrizione delle dinamiche di Palazzo, qualunque sia tale Palazzo.
Stupendi i dialoghi, il cui flusso ininterrotto ne evidenzia il ritmo.
La Cecità opposta alla Lucidità.
L'autore entra a tatti nella storia in un monologo rivolto a chi legge, creando siparietti estremamente gustosi.
Una città in cui la popolazione sembra decidere di fare a meno della politica.
Un luogo che si prevede sarà presto in preda al caos.
Mentre chi prevede e non vede si adopera per creare problemi che non ci sono, al fine di dimostrare vere le proprie predizioni.
E' un gioco grottesco, assurdo, ridicolo.
"[...] signor ministro, ho bisogno piuttosto che mi dica come devo fare per obbligare i lavoratori a riprendere lo sciopero" (p. 101)
"[...] Signor ministro, da qui a qualche ora, quando arriverà la notte, dovrò dire che è notte, sarebbe stupido o cieco se affermassi che è giorno" (p. 101)
"Stia tranquilla, dorma in pace, Sarebbe molto meglio se non avessimo bisogno del sonno per stare in pace, signor sindaco" (p.109)
"A me, l'esperienza mi ha insegnato che i peggiori figli i puttana sono quelli che non ne hanno l'aspetto" (p.187)
Pensa bene, Saramago, e bene incide le parole nella carta, con il suo peculiare stile.
Finalmente, oltre la metà del romanzo, ritroviamo i personaggi conosciuti in Cecità.
La strepitosa moglie del medico, saggia, imperturbabile, logica e in quanto tale adorabile.
A cosa è disposto, il Potere, pur di mantenere lo status quo?
Quale può essere una leva per il cambiamento, se "le cose stanno così"?
Esiste la possibilità di una Resistenza efficace?
La risposta arriva, per chi ha voglia di leggerla, nelle ultimissime pagine.
Ironico e straziante, duro e tanto vero questo romanzo disincantato.
Bellissimo e terribile.
Nessun commento:
Posta un commento