sabato 30 marzo 2019

A SUD DEL CONFINE, A OVEST DEL SOLE - Haruki Murakami

In Cammino con un Libro
La seconda cosa che ho pensato appena letta l'ultima parola di questo romanzo è stata: "Non l'ho capito". 
La prima direbbe qualcosa sul finale che non ritengo corretto svelare. 

Solitudine. Il filo conduttore potrebbe essere la solitudine. E poi c'è l'amore, il rimpianto, ci sono ferite e ricordi, e illusioni.
La solitudine di chi non è solo ma si sente solo. Il desiderio di altro, una vita che in ultima analisi è deserto.

Si fa leggere, Murakami, anche se questo romanzo, a differenza dei precedenti già letti, lascia una forte sensazione di incompiutezza. Sospensione.

Il nome del protagonista di queto romanzo narrato in prima persona è  Hajime - "Inizio". 
Figlio unico, condizione rara al tempo della sua infanzia, vive la solitudine in modo pervasivo. Incontra, bambino, un'anima affine, che lo accompagnerà durante tutta la giovinezza fino all'età adulta. Presenza costante, pur assente.

" [...] nella vita ci sono cose che possono essere cambiate e altre che sono irreversibili. Lo scorrere del tempo è un processo irreversibile". (p.14)

"Tutti vivono e muoiono in tanti modi, ma non è questo che conta. Alla fine ciò che rimane è il deserto" (p. 77, p.188)

"Se qualcosa comincia ad andare storto, trascina con sè il resto. Tutto sembra andare a rotoli, non si riesce a trovare un rimedio, a meno che non venga qualcuno a tirarti fuori." (p. 87)

Assenze che prendono il posto delle presenze.
Voglia di morte, voglia di vita. Una vita che sta stretta, altre vite spezzate. E un punto fermo da cui ripartire, forse.

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