lunedì 27 settembre 2010

ACQUA IN BOCCA - Andrea Camilleri & Carlo Lucarelli

Mai letto Camilleri, mai letto Lucarelli prima d'ora.
Probabilmente, ora che ho iniziato, continuerò a farlo.
Mi sono piaciuti.

Storia scorrevole, personaggi interessanti.
Conoscevo Salvo Montalbano, è il mio primo incontro con Grazia Negro.

Un giallo leggero, non scontato, contenuto su più livelli.
Un bel libro "da spiaggia" o da "treno", scritto da due autori di tutto rispetto.

E' un giallo, la trama non si svela.
Grazia Negro chiede aiuto a Salvo Montalbano per un'indagine di omicidio che i suoi superiori non desiderano sia svolta.
Montalbano naturalmente segue il proprio istinto.
Una divertente collaborazione epistolare. 

Scorrevole e ben scritto, si legge in poche ore.
Lo consiglio.

lunedì 23 agosto 2010

SO LONG, AND THANKS FOR ALL THE FISH - Douglas Adams

Il quarto volume della trilogia di cinque.

Arthur Dent si ritrova sulla Terra. Che evidentemente non era stata distrutta dai Vogon. O forse invece sì.

Incontra il "Dio della Pioggia", che contribuisce a rendere famoso, ed una ragazza (Fenchurch) di cui si innamora e che condivide con lui importanti ricordi e qualche peculiarità.

Assieme vanno a trovare John Watson, alias Wonko the Sane,  il quale ha capito che il Mondo gira alla rovescia. E lo ha "chiuso fuori da sé stesso".
"... that's to do with the day I finally realized that the world had gone totally mad and built the Asylum to put it in, poor thing, and hoped it would get better"

 "... a scientist must also be absolutely like a child. [...] See first, think later, then test. But always see first. Otherwise you will only see what you were expecting. You can't possibly be a scientist if you mind people thinking that you are a fool" [...] So, the reason I call myself Wonko the Sane is so that people will think I'm a  fool. That allows me to say what I see when I see it.

Alla ricerca del messaggio del Creatore al Creato, lasciano nuovamente la Terra, con un ritrovato Ford Prefect reduce da altre avventure squinternate, e si riuniscono al mitico Marvin, sempre lamentoso e inevitabilmente depresso.

Il messaggio? Da scoprire, alla fine del libro.

martedì 3 agosto 2010

LIFE, THE UNIVERSE AND EVERYTHING - Douglas Adams

Il terzo volume della trilogia di cinque. Proseguono le avventure di Ford Prefect ed Athur Dent, perduti nel tempo, su una Terra preistorica.

Si ritroveranno a salvare l'universo dalla distruzione, sempre alla ricerca della Risposta alla Domanda sulla Vita, l'Universo e Tutto Quanto.

Douglas Adams conferma il proprio genio. Il libro contiene alcune chicche umoristiche davvero irresistibili.

La trama? Da leggere.

An "SEP" he said, "is something that we can't see, or don't see, or our brain doesn't let us see, because we think that it's somebody's else's problem. That's what SEP means. Somebody's Else's Problem. The brain just edits it out, it's like a blind spot. If you look at it directly, you won't see it unless you know precisely what it is. Your only hope is to catch it by surprise out of the corner of your eye". 

This is because it relies on people's natural predisposition not to see anything they don't want to, werent expecting, or can't explain.

"The Guide says that there is an art to flying" said Ford "or rather a knack. The knack lies in learning how to throw yourself at the ground and miss".
He smiled weakly. He pointed at the knees of his trousers and held his arms up to show the elbows. They were all thorn through.
"I haven't done very well so far"

Il popolo di Krikkit ...
"They believe in peace, justice, morality, culture, sport, family life and the obliteration of all other life forms". 

"He hoped and prayed that there wasn't an afterlife. Then he realized there was a contradiction involved here and merely hoped that there wasn't an afterlife". 

E' un "cult".

lunedì 14 giugno 2010

GLENNKILL - Leonie Swann

Un giallo di pecore.
Il pastore George viene trovato morto. Le pecore del suo gregge indagano.
Un giallo delicato e divertente. Leggero ed intrigante.
Originalissima la prospettiva ovina. Più logica e concreta di quella umana, a volte!

Questo ‘Dio’ mi sembra abbastanza sospetto” disse Mopple “Sembrerebbe proprio che abbia già parecchie persone sulla coscienza.”

"Zora pensava che gli uomini avrebbero potuto compiere grandi progressi, se solo si fossero decisi a muoversi a quattro zampe".

"Di norma le pecore non sono gente chiacchierona. Uno dei motivi è che spesso hanno la bocca piena d’erba. Un altro motivo è che talvolta hanno in mente solo l’erba. Ma le pecore apprezano le buone storie. E la cosa che in assoluto preferivano era ascoltare e meravigliarsi – anche perché si può ascoltare senza smettere di ruminare".

Tutto ciò che è davvero bello lo puoi guardare sempre. Il cielo. L’erba. Le pecore nuvole. Il sole sul manto lanoso. Sono queste le cose importanti. Ma non le puoi avere".

Giustizia è quando si può trottare dove si vuole e pascolare dove si vuole. Quando si può andare per la propria strada. Quando si può combattere per la propria strada. Quando nessuno ti ruba la strada”.

"La testa nel vento, gli occhi liberi, senza scuotere i ricordi dal manto. Impossibile. Ma semplice, quando lo si fa".

"Il vostro peggior nemico siete voi stesse! Pigre e lente, codarde e timorose, sconsiderate e ingenue come siete!
...
Non dovete creder a quello che non capite. Dovete capire quello in cui credete".

"Fino a quando non saprai badare a te stessa, non potrai badare a nessun altro".

Un giallo "da spiaggia". Ironico e accativante. Non sciocco.

domenica 13 giugno 2010

ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE - Loredana Lipperini

Le bambine perbene non sfracellano zombie”.

Elena Gianini Belotti passa il testimone a Loredana Lipperini.
Lo fa formalmente, nella sua prefazione a questo nuovo “Ancora dalla Parte delle Bambine”. Di cui purtroppo c’è ancora bisogno.

Nulla è cambiato nella sostanza dalla pubblicazione di “Dalla parte delle Bambine”. Trent’anni e ancora l’educazione dei bambini viene improntata fin dalla nascita in modo fortemente sessista, fortemente discriminante, ancora e sempre a scapito del “secondo sesso”, quello femminile.

Eppure, dice la Belotti, “ci sono in giro fior di donne intelligenti, lucide, volitive e coraggiose, che a dispetto del persistente condizionamenti a un ruolo subordinato e di mille altri ostacoli sono riuscite nell’impresa di conquistare qualcosa solo per se stesse e di farlo fruttare”.

Una carrellata di orrori, a partire dalla letteratura (scolastica) che ripropone modelli stereotipati e nemmeno più attuali, per passare attraverso un linguaggio sempre sessista, per giungere ai modelli da seguire e alle aspirazioni più “naturali”.
Così la cultura diventa ornamento, accessorio non necessario, la preparazione e la competenza inutili orpelli, la volontà, la libertà, la determinazione appannaggio ancora esclusivamente maschile.
Per esaltare sempre la “naturale” propensione femminile verso la cura dell’altro, la maternità, un ruolo passivo ed ornamentale, di pura coreografia.

C’è di che indignarsi. Ma non rimane spazio, per questo, in virtù tra l’altro del “malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi”.

Quello che emerge, insomma, è che negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine”.

Un saggio da leggere, mangiare, approfondire.
Concetti su cui riflettere, da non dimenticare. Mai.

Va fermata la cultura che offende le donne. Se volete fare qualcosa, non tollerate minacce o violenza, o gli insulti a sfondo sessuale. Non mettete questa gente su un piedistallo. Non lasciate che vadano avanti chiamandoli commentatori o critici”. Kathy Sierra

Il tutto naturalmente travisato nel rispetto formale, nell’offerta di protezione e di appoggio, nell’asserito intento di preservare un fiore tanto prezioso qual è la femminilità.
Menzogne. E nemmeno a fin di bene.

"Chi vuoi essere, bambina?
Se tu potessi darmi una risposta logica, diresti: “niente. “Io non voglio essere niente di tutto quello che state offrendo. io scelgo di essere altro”.
E’difficile spiegare a Barbie e Razanne che dovrebbero rifiutarsi di giocare, perché i dadi sono truccati; è difficile spiegare loro che il poeta che le esalta non è che la fodera splendente del maiale che le stupra.”

La disputa continuerò finchè gli uomini e le donne non si riconosceranno come simili (Simone De Beauvoir).

C’è molto da fare, molto da dire, molto su cui ragionare.
C’è di che indignarsi davvero.
Sognando un mondo di persone.

mercoledì 14 aprile 2010

L'OSPITE INCALLITO - Erri de Luca

Brandelli di storia e di storie. Pezzi di vita vissuta. Autobiografico, ma non solo.
Preferisco la prosa a versi tentati, ma De Luca usa le parole come utensili. Scavano dentro.
E' abile. 

Brevissimo compendio di immagini descritte, cantate.
Da un ospite incallito, residente mai. Fuori posto ovunque, eppure sempre a casa.

Delle singole parti del corpo "Non sei il loro signore, tu sei il campo. Non sei il padrone, ma l'ultimo inquilino."

mercoledì 7 aprile 2010

RITRATTO IN SEPPIA - Isabel Allende


Un'altra saga familiare della Allende.
Romanzo avvincente e variopinto, storia e finzione intrecciate a tessere la trama.
"Non c'é niente di più pericoloso del potere che gode di impunità" ci avvertiva Nìvea. Domandai alla signorina Matilde Pineda quale fosse la differenza tra i sostenitori del governo e i rivoluzionari e la risposta fu che entrambi lottavano per la legittimità. Quando lo chiesi alla nonna mi rispose "nessuna", erano tutti canaglie, disse.

Personaggi vecchi e nuovi.
Nìvea e Clara, la prima solo citata, la seconda già presente nel romanzo "La casa degli Spiriti".
Eliza, la "Figlia della Fortuna". 

Ambienti conosciuti eppure sempre interessanti da scoprire.

Vitalità e fierezza sudamericana delle donne di Isabel Allende. 
Un bel romanzo.

mercoledì 17 marzo 2010

DIARIO DI SCUOLA - Daniel Pennac

Incipit strepitoso, per un libro degno di Pennac.
Dopo Come un Romanzo, apologia della lettura in quanto puro piacere personale, Diario di Scuola esprime la libertà negata all'imparare.
Vivo e vitale. Divertentissimo, a tratti esilarante.
Rappresenta una profonda analisi di come l'istituzionalizzazione del sapere possa impedire la conoscenza che sulla carta promuove.

Qualche citazione, tratta da un libro che vale la pena di leggere per intero.

Un pomeriggio [...] mentre mio padre mi spiegava trigonometria nella stanza che fungeva da biblioteca, il nostro cane venne quatto quatto a mettersi sul letto dietro di noi. Appena individuato, fu seccamente mandato via: " Fila di là, cane, sulla tua poltrona!"
Cinque minuti dopo, il cane era di nuovo sul letto. Ma si era preso la briga di andare a recuperare la vecchia coperta che proteggeva la sua poltrona e vi si era steso sopra. Ammirazione generale, ovviamente, e giustificata: tanto di cappello a un animale in grado di assiciare un divieto all'idea astratta di pulizia e trarne la conclusione che occorresse farsi la cuccia per godere della compagnia dei padroni, con un vero e proprio
ragionamento! Fu un argomento di conversazione che in famiglia durò per anni. Personalmente, ne trassi l'insegnamento che anche il cane di casa afferrava più in fretta di me. Credo di avergli bisbigliato all'orecchio: "Domani ci vai tu a scuola, leccaculo!"


Maledizione del ruolo sociale per il quale siamo stati istruiti ed educati, e che abbiamo recitato "per tutta la vita", cioè per la metà del nostro tempo da vivere: toglieteci il ruolo, non siamo più nemmeno l'attore.
Queste carriere finite tragicamente evocano un'angoscia a mio avviso assai paragonabile al tormento dell'adolescente che, convinto di non avere alcun avvenire, prova così tanto dolore a dover continuare comunque. Ridotti a noi stessi, siamo ridotti a nulla. Tanto che, qualche volta, ci uccidiamo. Come minimo, è una lacuna della nostra educazione.

Il sapere è anzitutto carnale. Le nostre orecchie e i nostri occhi lo captano, la nostra occa lo trasmette. Certo, ci viene dai libri, ma i libri escono da noi. Fa rumore, un pensiero, e il piacere di leggere è un retaggio del bisogno di dire.

lunedì 22 febbraio 2010

PANE E TEMPESTA - Stefano Benni


Bello, un altro bel libro di Benni.

Storia consumata tra passato, presente e futuro.
In un paesino lontano dalla realtà eppure tanto attuale. Personaggi e racconti fantastici, con un terribile legame con la nostra inquietante vita quotidiana.

Fa sorridere, ridere, commuovere, indignare, riflettere.

"Non sarà mai felice - diceva - la felicità è come l'acqua. Non arriva mai in un momento, bisogna trovarla, preparare la pompa, fare un pozzetto, mettere le tubature e i rubinetti. Dopo che te la sei conquistata con fatica, allora la puoi bere".


Tutti pregano e adorano Dio, ma le cose vanno male.
Se invece tutti insieme
facciamo capire a Dio che non siamo contenti, 
o se ne va, o ne viene uno migliore.
Tutti meritiamo di più.


Un cinghiale si scontrò con un guidatore di SUV che andava a centocinquanta. L'animale ebbe la peggio. Il cinghiale invece se la cavò con una zampa rotta.

Nessun mostro è peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto è peggiore di quello del forte contro il debole.
Maledetto chi ti porta via l'acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertà.
Il tuo paese ha conosciuto ingiustizie e crimini, e ha servito mostri i cui artigli si chiamavano autorità, partito, investitura divina o gradimento del popolo. Altri ne verranno, mostri ipocriti e ridenti, ma tutti prima o poi faranno la stessa fine. Marciranno nel pozzo profondo della storia. Non devi obbedirgli, non devi diventare come loro.

domenica 21 febbraio 2010

A COLLOQUIO - Massimo Cirri


Divertente e irriverente.
Il punto di vista di uno psicologo apparentemente "distratto", che divaga con le proprie considerazioni sul mondo, liberamente associate ai racconti dei propri pazienti a colloquio. 
Leggero ma non superficiale.
Una simpaticissima lettura. 
Per tutti, anche se "gli addetti ai lavori" possono cogliere qualche sfumatura in più. Per gradire!
 
 "Se vedi la noia, c'è speranza".

"Nel mondo delle psicocose ognuno parla un dialetto diverso a seconda della tribù d'appartenenza. Ne hanno contate più di ottocento: scuole, circoli, società e fazioni scissioniste di questi. Quasi peggio della sinistra italiana"

"Perché le merci ci consolano, sono l'antidepressivo più consumato, e i centri commerciali le più grandi farmacie del Creato. Ma mai le merci sfameranno l'uomo". 

Da vicino, nessuno è normale.

lunedì 11 gennaio 2010

IL PESO DELLA FARFALLA - Erri de Luca

Un racconto fatto di immagini. Frasi brevi, apparentemente buttate a caso, danno forma alla storia di una vita, a luoghi, ad un'anima.

Un uomo, un animale e la natura. Entità tanto diverse, spesso contrapposte, eppure loro malgrado in simbiosi.
Malinconico. Rilassante.

Stile conciso per sagge affermazioni.

"Nelle imprese la grandezza sta nell'avere in mente tutt'altro"
"Un piatto sottosopra contiene poco però ha la base più larga, sta piantato meglio"
"In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva"
"Gli uomini hanno inventato i minuziosi codici ma appena c'è occasione si azzannano senza legge"

"Ci sono carezze che aggiunte sopra un carico lo fanno vacillare"
"Il presente è l'unica conoscenza che serve. L'uomo non ci sa stare nel presente".

"Un albero solitario ha un recinto invisibile, largo quanto l'ombra da poggiare intorno"
"La solitudine è un albume, la parte migliore dell'uovo. Per la scrittura è una proteina"

giovedì 7 gennaio 2010

IL CORPO SA TUTTO - Banana Yoshimoto


Delicati racconti. Si legge agevolmente.
Non è il mio genere preferito.
Non conoscevo Banana Yoshimoto.
Non ne sono entusiasta.
Ho comunque gradito i racconti, lettura piacevole.