martedì 20 maggio 2025

TUTTI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO UCCISO QUALCUNO - Benjamin Stevenson

 

Incipit intrigante, promette originalità.
Le prime pagine sono divertendi, la lettura è invogliata fin dal principio.


Che libro sarà? Un giallo? Un Thriller? Un saggio sulla scrittura di gialli?

Un burlone, l'autore. Ci dice cosa accadrà senza raccontare ciò che accadrà.
Esplicita, tace, manipola.

"Questo in narrativa si chiama anticipazione" (p.99)

"Se siete convinti che finora abbia giocato pulito, possiamo proseguire" (p. 116)

E' un giallo avvincente, leggero; tiene sulla corda come un giallo deve fare. 

E' originale nel modo; coinvolge chi legge, con questa sua faccia da meta-romanzo.
Il narratore si rivolge a chi legge, ammonisce, descrive, spiega. E raggira. O almeno ci prova.


Gioca "pulito", il narratore. Fornisce gli elementi per capire, e chi legge capisce.
La costruzione, o ricostruzione, dell'intreccio, però, non è immediata. Serve l'intervento del "detective" per mostrare il mosaico nella sua interezza. 

Convince più per la sua forma che per il contenuto; promosso, comunque, a pieno titolo.


Bello, divertente, intrigante. Ottimo romanzo "da spiaggia".

sabato 4 gennaio 2025

TRILOGIA DELLA CITTA' DI K. - Agota Kristof

1986-1988-1991

Il grande Quaderno

La Prova

La Terza Menzogna

Una trilogia terribile e bellissima. Un libro in tre; si divora.
Amandolo, odiandolo. Intuendo, comprendendo, accogliendo stupore, dolore, coraggio, incredulità.

Un gioco, un inganno, una storia vera, una finzione. 

Le vicende di questi due gemelli incredibili.
Il contesto è la seconda Guerra Mondiale.
La Grande Città contrapposta alla Piccola Città. Non luoghi che hanno un sapore conosciuto. 

Violenza, solidarietà, crudeltà.
La prosa è secca, cruda, è una cronaca distaccata che precipita chi legge in ogni avvenimento narrato.

Stupendo, tremendo, necessario.

venerdì 15 novembre 2024

I SOMMERSI E I SALVATI - Primo Levi

 

"E' AVVENUTO, QUINDI PUO' ACCADERE DI NUOVO" (p. 157)

Nella prefazione Tzvetan Todorov punta il dito contro le persecuzioni che Israele pone in atto nei confronti del Popolo Palestinese.
Oggi stiamo inermi e incapaci di prendere posizione contro quello che sì, è diventato un genocidio. 

Colpevoli, nella nostra indifferenza.
Perché il male è banale. (VIII - prefazione). 

Una lucida analisi della natura umana; dell'unicum costituito dai lager nazisti.
Come si comporta l'essere umano in condizioni disumane?
C'è qualcuno che si salva?
C'è una zona grigia in ogni situazione.

"Ogni vittima è da piangere, ed ogni reduce è da aiutare e commiserare, ma non tutti i loro comportamenti sono da proporre ad esempio. L'interno dei Lager era un microcosmo intricato e stratificato; ..." (p. 10)

"La memoria è uno strumento meraviglioso ma fallace." (p.13)

" ... è difficile difendersi da un colpo a cui non si è preparati." (p. 26)

"Il privilegio, per definizione, difende e protegge il privilegio." (p. 28)

"E' compito dell'uomo giusto fare guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi, o da uno solo, contro i molti, il privilegio nasce e prolifera, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri o lo incoraggi." (p. 29)

"... quanto più dura è l'oppressione, tanto più è diffusa tra gli oppressi la disponibilità a collaborare col potere." (p.30)

Questo è un libro fondamentale. Un'analisi disincantata che - ahinoi - appare attualissima.
Quel "dopo" narrato, sviscerato, descritto, analizzato, assomigila molto a questo nostro "prima"; un prima che non vogliamo riconoscere. 

Chissà se un giorno qualcuno potrà chiederci "perchè non siete fuggiti prima?", o se questa volta l'annientamento avrà successo?

"La colpa vera, collettiva, generale, [...] è stata quella di non avere avuto il coraggio di parlare". (p. 144)


lunedì 28 ottobre 2024

LA TREGUA - Primo Levi

La tregua[La vergogna] ... "quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa." (p.4)

Dopo Auschwitz, il ritorno a casa. Pochi superstiti, "fortunati".
Un viaggio che dura un anno.

"A Slizk, nel luglio 1945, sostavano diecimila persone; dico persone perché ogni termine più restrittivo sarebbe improprio". (p. 117)

Un viaggio accidentato, incerto, duro. La fine della guerra, la fine della deumanizzazione nel campo di sterminio non è pace ritrovata.
Si attraversano luoghi, si incrociano persone, si ripensa a un passato recente e impensabile, e a uno meno recente, e più difficile da rievocare.

"Rimanemmo a Staryje Doroghi, [...] per tre lunghi mesi: dal 15 luglio al 15 settembre del 1945.
Furono mesi di relativo benessere, e perciò pieni di nostalgia penetrante. La nostalgia è una sofferenza fragile e gentile, essenzialmente diversa, più intima, più umana delle altre pene che avevamo sostenuto fino a quel tempo; percosse, freddo, fame, terrore, destituzione, malattia.
" (p. 137)

Kazàtin.
"... la cesura di Auschwitz, che spaccava in due la catena dei miei ricordi" (p. 180)

C'è un evento spartiacque nella vita di molti, un evento che divide in prima e dopo la catalogazione degli avvenimenti che ci riguardano. 

"Non avevamo provato alcuna gioia nel vedere Vienna sfatta e i tedeschi piegati: anzi, pena; non compassione, ma una pena più ampia, che si confondeva con la nosta stessa miseria, con la sensazione, greve, incombente, di un male irreparabile e definitivo, presente ovunque, annidato come una cancrena nei visceri dell'Europa e del mondo, seme di danno futuro". (p. 194)

Il risveglio
"Eravamo stanchi di ogni cosa, stanchi in specie di perforare inutili confini" (p. 197)

"Quanto di noi stessi era stato eroso, spento? Ritornavamo più ricchi o più poveri, più forti o più vuoti?" (p. 199)
"Il veleno di Auschwitz"

Il ritorno, il risveglio e un incubo che rimane reale.
Cosa può fare l'essere umano ad altri esseri umani?

Ferite inguaribili, tuttora inferte.
Impunemente e tra l'indifferenza di chi non se ne sente partecipe.
Indifferenza che è complicità.

La banalità di un male che non cessa né si cancella.



giovedì 10 ottobre 2024

SE QUESTO E' UN UOMO - Primo Levi

 

"Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato"
(Primo Levi, Introduzione)

E infine l'ho letto.
Terribile perché vero. Un resoconto agghiacciante di ciò che è stato, di ciò che è stato ripetuto, di ciò che è ancora.

"Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?" (p.8)

Quei vagoni, di cui tanto si era sentito parlare.
"Questa volta dentro siamo noi" (p.9)

Cosa accade quando a un uomo, a una persona, viene tolto tutto?
" ... accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere sè stesso ... " (p.19) 

"Guai a sognare. Il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. Ma non ci capita sovente e non sono lunghi sogni noi non siamo che bestie stanche". (p.37).

" ... pure già so ormai che è nel normale ordine delle cose che i privilegiati opprimano i non privilegiati: su questa legge umana si regge la struttura sociale del campo." (p.37)

"Noi non ritorneremo. Nessuno deve uscire di qui, che ptrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo". (p.49)

"Per qualche ora, possiamo essere infelici alla maniera degli uomini liberi" (p.72)

Come raccontare ciò che si prova nel leggere questa cronaca straziante? Cosa si prova?
Troppo duro. Cosa aggiungere alle parole di Primo Levi? Al racconto, alle considerazioni, alle analisi? 

La Natura Umana, sotto tutti i nostri occhi, è sempre la stessa:
" ... si offra ad alcuni individui in stato di schiavità una posizione privilegiata, un certo agio e una buona probabilità di sopravvivere, esigendone in cambio il tradimento della naturale solidarietà coi loro compagni, e certamente vi sarà chi accetterà." (p.87)

Le basi psicologiche della sopraffazione. Del potere che le persone più spietate possono esercitare con la complicità di chi si illude di poter raggiungere una posizione di privilegio.
E' il fondamento su cui si struttura il nostro mondo.
La nostra Cecità fa sì che non ce ne accorgiamo.

Come è possibile? Come è possibile sopravvivere a questo? Come è possibile che questo sia avvenuto?
Sopravvivere?
Si insinua una certezza - fallace? Non sopravvivrei, non si sopravvive.
Mentre è sotto gli occhi - ciechi - di ogni persona che ciò che è accaduto è possibile. E come è accaduto ciò che è stato. 

La bestia umana è ignava, inerte, indifferente testimone, perpetuamente, di tali atrocità.
Che non vuole vedere finchè non si abbattono contro la propria persona.
E allora, le altre persone resteranno cieche e sorde. 

L'odio sopravvive nell'indifferenza. 

Appendice (1976)

"I lager nazisti sono stati l'apice, il coronamento del fascismo in Europa, la sua manifestazione più mostruosa; ma il fascismo c'era prima di Hitler e di Mussolini, ed è sopravvisuto, in forme palesi o mascherate, alla sconfitta della seconda guerra mondiale. In tutte le parti del mondo, là dove si comincia col negare le libertà fondamentali dell'Uomo, e l'uguaglianza fra gli uomini, si va verso il sistema concentrazionario, ed è questa una strada su cui è difficile fermarsi."(p. 181)

Qual è la differenza tra i lager tedeschi e quelli Russi? 






giovedì 30 maggio 2024

LA NATURA ESPOSTA - Erri De Luca

 

Una storia di viaggi forzati e di esili.

Un contrabbandiere di persone deve allontanarsi dalla propria casa, dal paese in montagna dove ha sempre vissuto. 

Approda vicino al mare, dove trova un incarico che gli permette di restare, almeno un po'.
Da scultore qual è, deve restaurere una stadua in marmo, un ennesimo Cristo in croce, che si rivelerà un autentico capolavoro. 

Con i suoi versi in prosa De Luca regala immagini crude, appassionate, toccanti e inverosimili.

"Non le ho fatto vedere il blocchetto dentro il tascapane. Mi piace sentire il suo peso, averne il pensiero costante. Mi affeziono. Succede qualche volta con un libro. Me lo porto addosso anche negli attraversamenti, potendolo aprire per poco all'andata, di più al ritorno. E' una finestra in tasca, per cambiare l'aria." (p.91)

Consigliatissimo: appassiona e intriga.

lunedì 27 maggio 2024

IL MONDO DEVE SAPERE - Michela Murgia

 

Poche, tragiche, esilaranti (non fosse tragico sarebbe comico) pagine sul Mondo delle vendite, in cui e di cui tutti sono vittime. 

Scanzonata e pungente come sè stessa, una acerba e matura Murgia racconta il vero.
Farcendolo con tagliente ironia, senza esagerate nulla.
Surreale e verissimo.

E' un manualetto di sopravvivenza, utile per i bersagli di queste macchine infernali che non si fermeranno. Al contrario. 

Andrebbe portato nelle scuole e tenuto in ogni casa.
Per formare le vittime alle risposte adeguate da fornire a chi ci chiama per vendere Mostri, nella malaugurata eventualità che risponderemo. 

Da leggere, da regalare, da ricordare.

A VOLTE RITORNO - John Niven

Un concentrato di stereotipi e di clichè. 

L'incipit, le prime pagine, sono un già visto, già sentito, niente di originale con la pretesa di essere divertente.

Migliora, poi.
Trasporta chi legge nello spietato mondo capitalista che ben conosciamo; esagerato perché negli USA Idiocracy non è solo un film. 

Simpatico, leggero.

Diretto, prevedibile eppure gustoso. Statunitense, semplice.
Amaro in modo impercettibile, contiene alcune trovate interessanti, qualche immagine davvero esilarante.

La migliore, un certo ciondolo, che si incontra nelle ultimissime pagine.