Romanzo perfetto per il giorno di Natale.
Feroce e sferzante, nella sua passivo-aggressività.
Una donna che non c'è, protagonista e comprimaria in un romanzo familiare come tanti, che si ha poca propensione a raccontare.
L'inesistenza della madre.
(p. 30/174) "La forza brutale del romanzo ... che si disinteressa quasi sempre del reale e fornisce sempre il vero"
(p. 41/174) "Come sempre accade quando la ribellione è solo un gesto che non si aggancia a una presa di posizione effettiva, venne soffocata."
(p. 51/174) "Venne colpita a morte e sopravvisse lasciandosi morire".
Una famiglia di emigranti, da Roma ai "bordi della cartina", in Piemonte.
L'emigrante è il padre, e la famiglia inesistente segue.
Squalificante, distante, prepotente; così appare quel padre-padrone antico anche per tempi non recenti. Si trova, nelle descrizione di una vita familiare in tutto e per tutto guidata da questo despota da manuale, lo specchio di tanti fatti di cronaca quotidiana. Soppraffazione e violenza.
"Va tutto bene, grazie" (p. 83/174)
La violenza normalizzata, in cui è il carnefice a perdonare le vittime perché nulla cambi. Tutti sanno, l'omertà prevale.
La distrazione come strategia per sparire.
(p. 106/174) "Essere distratta, non vedersi agire, era l'unica maniera - penso - per rendersi invisibile davvero".
Distrazione come rinuncia.
E' un dipinto crudo e senza sconti, quello disegnato dalle parole di Bajani.
Violenza è annientamento.
C'è questa sottile necessità di incolpare le vittime, le quali non vengono annientate, semplicemente "decidono" di sparire, che ben descrive il sentimento comune di fronte alla soppraffazione.
Un'ordinaria famiglia disastrata, ben incastonata in dinamiche relazionali e sociali consolidate.
La retorica della famiglia, smantellata a partire dalle fondamenta.
Può una terapia salvare un'intera vita da una famiglia di merda?
Dinamiche che si ripetono all'infinito, che possono - forse - essere spezzate solo con l'assenza.
Con un "basta" agito prima che detto.
(p. 155/174) "Il motore profondo delle migrazioni benestanti: stare lontano dai propri familiari".
(p. 158/174) "... considerarsi senza scampo. A vivere, cioè, una vita con "obbligo di firma""
Consigliatissimo. Molto apprezzato. Bello, interessante, illuminante.