giovedì 25 dicembre 2025

L'ANNIVERSARIO - Andrea Bajani

 

L'Anniversario  - Andrea Bajani
Romanzo perfetto per il giorno di Natale. 

Feroce e sferzante, nella sua passivo-aggressività.

Una donna che non c'è, protagonista e comprimaria in un romanzo familiare come tanti, che si ha poca propensione a raccontare.

L'inesistenza della madre. 

(p. 30/174) "La forza brutale del romanzo ... che si disinteressa quasi sempre del reale e fornisce sempre il vero"

(p. 41/174) "Come sempre accade quando la ribellione è solo un gesto che non si aggancia a una presa di posizione effettiva, venne soffocata."

(p. 51/174) "Venne colpita a morte e sopravvisse lasciandosi morire".

Una famiglia di emigranti, da Roma ai "bordi della cartina", in Piemonte.
L'emigrante è il padre, e la famiglia inesistente segue. 

Squalificante, distante, prepotente; così appare quel padre-padrone antico anche per tempi non recenti. Si trova, nelle descrizione di una vita familiare in tutto e per tutto guidata da questo despota da manuale, lo specchio di tanti fatti di cronaca quotidiana. Soppraffazione e violenza. 
"Va tutto bene, grazie" (p. 83/174)

La violenza normalizzata, in cui è il carnefice a perdonare le vittime perché nulla cambi. Tutti sanno, l'omertà prevale. 

La distrazione come strategia per sparire.
(p. 106/174) "Essere distratta, non vedersi agire, era l'unica maniera - penso - per rendersi invisibile davvero".
Distrazione come rinuncia.

E' un dipinto crudo e senza sconti, quello disegnato dalle parole di Bajani.
Violenza è annientamento.
C'è questa sottile necessità di incolpare le vittime, le quali non vengono annientate, semplicemente "decidono" di sparire, che ben descrive il sentimento comune di fronte alla soppraffazione. 

Un'ordinaria famiglia disastrata, ben incastonata in dinamiche relazionali e sociali consolidate. 
La retorica della famiglia, smantellata a partire dalle fondamenta.

Può una terapia salvare un'intera vita da una famiglia di merda?

Dinamiche che si ripetono all'infinito, che possono - forse - essere spezzate solo con l'assenza.
Con un "basta" agito prima che detto.

(p. 155/174) "Il motore profondo delle migrazioni benestanti: stare lontano dai propri familiari".

(p. 158/174) "... considerarsi senza scampo. A vivere, cioè, una vita con "obbligo di firma""

Consigliatissimo. Molto apprezzato. Bello, interessante, illuminante.



sabato 1 novembre 2025

ALMARINA - Valeria Parrella

Non invoglia, al principio, la lettura. L’occhio inciampa nelle parole, ed é un inciampo mentale.
Vanno a segno alcune immagini, penetrano chi legge, i significati.

(p. 4/117) Introduce “La postura della cattività”, “La prossemica dei detenuti”.

E  “Tratte di schiavi, bastimenti colmi di migranti, galere romane …

C’é compassione che si fa empatia nel dire di chi non ha nemmeno l’illusione della libertà. Non é giudizio, é osservazione senza orpelli.

(p.14/117) É in me l’idea che le guardie sono sbirri, che gli sbirri fanno male, che sei colpevole perché appena ne incontri una ti nasce una pietra in tasca

Elisabetta Maiorano insegna matematica.
É vedova.
Nisida é un carcere minorile.
Almarina è giovane e ha già vissuto atrocità sufficienti per molte esistenze.
Almarina ha un fratello più piccolo.
L'Autorità l'ha separata da lui, l'ha separato da lei.


p. 11/141 “Dentro la sbarra ma ancora fuori dal carcere" é un luogo fisico ma soprattutto interiore.

(p.22/117) “NON GUARDARE CHI VIVEVA UNA CONDIZIONE DIVERSA DALLA TUA ERA L’ALLENAMENTO DELLA BORGHESIA.”
Verità che chi é borghese dimentica. Verità di cui forse nemmeno si é consapevoli.
Sbattuta in faccia in tutta la sua semplice, disarmante, crudele evidenza.


Proseguendo, lo stile diventa familiare, la storia suscita curiosità.

(p.32/117) “Le ragazze non hanno i regali firmati della Camorra

Se un numero é uguale al suo doppio, stiamo parlando dello zero”.

(p.44/117) "C'è un matrimonio dei libri, evoca dolcezza e complicità e fusione”.


Breve, non scorrevole, non banale. É un susseguirsi di immagini, fotografie di momento a comporre il mosaico della trama.
Trama che rimane giustapposizione di tessere, faticoso trovare il quadro d'insieme.

Ha un che di incompiuto, nonostante il cerchio si chiuda.
Numerose le riflessioni che si ricavano ritagliando citazioni.





martedì 20 maggio 2025

TUTTI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO UCCISO QUALCUNO - Benjamin Stevenson

 

Incipit intrigante, promette originalità.
Le prime pagine sono divertendi, la lettura è invogliata fin dal principio.


Che libro sarà? Un giallo? Un Thriller? Un saggio sulla scrittura di gialli?

Un burlone, l'autore. Ci dice cosa accadrà senza raccontare ciò che accadrà.
Esplicita, tace, manipola.

"Questo in narrativa si chiama anticipazione" (p.99)

"Se siete convinti che finora abbia giocato pulito, possiamo proseguire" (p. 116)

E' un giallo avvincente, leggero; tiene sulla corda come un giallo deve fare. 

E' originale nel modo; coinvolge chi legge, con questa sua faccia da meta-romanzo.
Il narratore si rivolge a chi legge, ammonisce, descrive, spiega. E raggira. O almeno ci prova.


Gioca "pulito", il narratore. Fornisce gli elementi per capire, e chi legge capisce.
La costruzione, o ricostruzione, dell'intreccio, però, non è immediata. Serve l'intervento del "detective" per mostrare il mosaico nella sua interezza. 

Convince più per la sua forma che per il contenuto; promosso, comunque, a pieno titolo.


Bello, divertente, intrigante. Ottimo romanzo "da spiaggia".

venerdì 9 maggio 2025

QUELLO CHE NON SO DI TE - Nicola Pettorino

 

Quello che non so di te - Nicola Pettorino
Gabriella, un passato plumbeo.
Zia Sara, un passato che incuriosisce.
Felicità pensata, atrocità vissute. 

Valerio Valeri, giornalista. Una vita spezzata. Un articolo scritto, in passato, su zia Sara. 

(p.25) La politica dello struzzo. 

(p.32) Quella del '43 fu un'estate particolare, il 25 luglio era caduto Mussolini e sembrava che il fascismo fosse finito e i fascisti spariti nel nulla. 

(p.44) Gli viene quasi da provare nostalgia per le vecchie cariatidi della prima repubblica.

Esiste un Filo Rosso (sic.) che accomuna la lotta Partigiana al Terrorismo delle BR?
Si può, facendosi guidare da un'idea giusta, commettere crimini ingiustificabili? 

Si può?
Qual è la differenza tra terroristi Rossi e Neri?

(p. 196) I protagonisti della seconda repubblica sono riusciti nell'impensabile impresa di far addirittura rimpiangere i lestofanti della prima.
E' proprio vero che non esiste limite al peggio.

Scorrevole, intrigante. La violenza, sia "di genere", o eversiva, o istituzionale, resa "legale" da scellerati al potere e da chi non ha il coraggio di opporvisi, attraversa le pagine di questo romanzo in cui la vita personale del protagonista deve fare i conti con una verità sconosciuta.
Chi era Claudia? Come sopravvivere alla morte della persona che si ama?
E' possibile andare avanti?

Un assassinio, una donna ammazzata. Tracce che riportano a galla il passato, sofferenze che cagionano ulteriori sofferenze. Politica, ideologia, vendetta?
Chi ha ucciso Gabriella?


giovedì 27 marzo 2025

IL CIMITERO DI PRAGA - Umberto Eco

 

Il Cimitero di Praga - Umberto Eco
Dubiti di tutto, riconosci il luogo in cui abiti. 

Geniale, intricato, complesso, ironico. Stupendo.

Divertentissime le velenose invettive del narratore; lucido e confuso. 

(p. 19) "Chi sono?

(p. 29) "Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa"

Quanto è Storia e quanto è favola? Umberto Eco gioca con le parole, con i personaggi, con i fatti. Si trastulla, l'erudito, menando per il naso chi lo legge.

(p. 96)1848  "I miei compagni sussurravano anche dell'apparizione di un Manifesto dei Comunisti, sì che a esultare non erano solo gli studenti ma anche i lavoratori, e gli uomini di bassa condizione, tutti convinti che a breve avrebbero impiccato l'ultimo prete con le budella dell'ultimo re".

(p. 100) "A ciascuno il suo complotto"

(p. 138) Credibilità. "Gli agenti di polizia non sono dei letterati e non ce la fanno ad andare al di là di due o tre pagine".

(p. 140) Suffragio universale, unico rimedio contro la Democrazia. 

Possibile che ogni cambiamento sia solo apparente, che non ci sia mai scampo per il popolo, per le persone, per la gente comune?
Possibile che non ci sia speranza?

Una Spedizione dei Mille vera, immaginabile, romanzata, verosibile?
Non importa. 
Eco si diverte, e chi legge si diletta.
Riflettere, però, è automatico.
Complotti - veri o millantati? - e giochi di Palazzo.
Chi decide davvero la direzione in cui ci muoviamo?
Inevitabile pensare al presente. Al potere del Soldo e all'idiozia delle masse, che, non comprendendo la complessità, vedono complotti ove non ce ne sono, cieche e sorde alle reali trame che ci stanno precipitando, "complici e vittime", verso l'abisso.

Simone Simonini, il falsario smemorato, testimone diretto delle imprese dei Mille.

(p. 182) "Cosa conviene scrivere in un resoconto ufficiale? Quanto calcare la mano, quali colori usare? Cosa si vuole leggere (sentire, vedere)?
Ecco confezionata la verità.

(p. 186) "Non sempre però la verità che si costruisce per assecondare il Potere torna ancora comoda a quel potere che, nel frattempo, potrebbe aver cambiato idea".

(p. 188) "Evidentemente Simonini non aveva capito che nel governo sabaudo erano tutti massoni (tranne forse cavour ...)"

(p. 244) "... l'unico modo di controllare una setta eversiva è prenderne il comando, o almeno averne sul nostro libro paga i capi principali

(p. 232) " Immaginarsi come elemento necessario nell'ordine dell'Universo equivale, per noi gente di buone letture, a quello che è la superstizione per gli illetterati. Non si cambia il mondo con le idee".

(p.372) "La caratteristica principale della gente è che è pronta a credere a tutto. D'altra parte, come avrebbe potuto la Chiesa resistere per quasi duemila anni senza la credulità universale?"

(p. 408) "Non vi è nulla di più inedito di ciò che è già stato pubblicato"

(p. 432) Occorre un nemico.
"... chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza".

Il Dio Soldo. L'unico vero protagonista, l'unico motore che anima, dirige, governa l'operato di [alcune] persone.
E' il Dio Soldo a fare davvero la Storia.
Complice e attore quell'altro tratto distintivo della specie umana, che comporta idiozia, ignoranza, stupidità, ignavia, esposizione a sistematici bias, incapacità di analisi, memoria corta. 

Gran romanzo. Del resto, l'autore è immenso.




mercoledì 19 febbraio 2025

CAMINITO - Maurizio De Giovanni

 

Caminito - Maurizio De Giovanni
1939. Un (altro) aprile del Commissario Ricciardi.

Ne "Il Pianto dell'Alba" De Giovanni gioca un tiro crudele a chi legge.

Cinque anni dopo, la vita prosegue, ci sono due giovani, una coppia, morti ammazzati.

Una cantante triste e nostalgica dall'altra parte del mondo. Tutto cambia, ma non la voce di Laura, non i sentimenti.

Una bambina, Marta, porta gioia nei cuori straziati del padre e del nonno.
E' una bambina dotata, è facile innamorarsi di lei. Ha in sè molto della madre che non ha conosciuto.
Giulio Colombo, padre di Enrica e suocero del Commissario Ricciardi, deve cedere la propria attività a la propria vita al genero, per via delle Italiche Leggi Razziali. 

Il dottor Modo, consapevole eppure ingenuo, vede bene ciò che attorno accade, e non si capacita che persone rette, integre e intelligenti non riescano a capire.

(p. 152) "E' il suo mondo, quello che si sta preparando ora. Il suo futuro, il posto in cui dovrà vivere. Sei tu quello che dovrebbe aprire gli occhi. Io di figli non ne ho, potrei fottermene e vivere tranquillo gli anni che mi restano, standomene a guardare quello che sucede e facendomi due risate alle spalle di questi buffoni. Ma stanno accadendo cose brutte, e solo un cieco o un fesso può non accorgersene."

Ricciardi mette alla prova la figlia, vuole sapere se ha ereditato da lui "Il Fatto".

Maione, il gigantesco Brigadiere, rischia di perdere l'ultima figlia acquisita.

Il caso è risolto, chi ha ucciso i ragazzi è ormai noto.
La Giustizia non restituisce la vita a chi è morto, nè a chi sopravvive.

Garzo, il solerte arrivista, riceve una lista.
E, finalmente, capisce.

Tempi bui, che somigliano troppo al presente.

sabato 4 gennaio 2025

TRILOGIA DELLA CITTA' DI K. - Agota Kristof

1986-1988-1991

Il grande Quaderno

La Prova

La Terza Menzogna

Una trilogia terribile e bellissima. Un libro in tre; si divora.
Amandolo, odiandolo. Intuendo, comprendendo, accogliendo stupore, dolore, coraggio, incredulità.

Un gioco, un inganno, una storia vera, una finzione. 

Le vicende di questi due gemelli incredibili.
Il contesto è la seconda Guerra Mondiale.
La Grande Città contrapposta alla Piccola Città. Non luoghi che hanno un sapore conosciuto. 

Violenza, solidarietà, crudeltà.
La prosa è secca, cruda, è una cronaca distaccata che precipita chi legge in ogni avvenimento narrato.

Stupendo, tremendo, necessario.