lunedì 14 giugno 2010

GLENNKILL - Leonie Swann

Un giallo di pecore.
Il pastore George viene trovato morto. Le pecore del suo gregge indagano.
Un giallo delicato e divertente. Leggero ed intrigante.
Originalissima la prospettiva ovina. Più logica e concreta di quella umana, a volte!

Questo ‘Dio’ mi sembra abbastanza sospetto” disse Mopple “Sembrerebbe proprio che abbia già parecchie persone sulla coscienza.”

"Zora pensava che gli uomini avrebbero potuto compiere grandi progressi, se solo si fossero decisi a muoversi a quattro zampe".

"Di norma le pecore non sono gente chiacchierona. Uno dei motivi è che spesso hanno la bocca piena d’erba. Un altro motivo è che talvolta hanno in mente solo l’erba. Ma le pecore apprezano le buone storie. E la cosa che in assoluto preferivano era ascoltare e meravigliarsi – anche perché si può ascoltare senza smettere di ruminare".

Tutto ciò che è davvero bello lo puoi guardare sempre. Il cielo. L’erba. Le pecore nuvole. Il sole sul manto lanoso. Sono queste le cose importanti. Ma non le puoi avere".

Giustizia è quando si può trottare dove si vuole e pascolare dove si vuole. Quando si può andare per la propria strada. Quando si può combattere per la propria strada. Quando nessuno ti ruba la strada”.

"La testa nel vento, gli occhi liberi, senza scuotere i ricordi dal manto. Impossibile. Ma semplice, quando lo si fa".

"Il vostro peggior nemico siete voi stesse! Pigre e lente, codarde e timorose, sconsiderate e ingenue come siete!
...
Non dovete creder a quello che non capite. Dovete capire quello in cui credete".

"Fino a quando non saprai badare a te stessa, non potrai badare a nessun altro".

Un giallo "da spiaggia". Ironico e accativante. Non sciocco.

domenica 13 giugno 2010

ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE - Loredana Lipperini

Le bambine perbene non sfracellano zombie”.

Elena Gianini Belotti passa il testimone a Loredana Lipperini.
Lo fa formalmente, nella sua prefazione a questo nuovo “Ancora dalla Parte delle Bambine”. Di cui purtroppo c’è ancora bisogno.

Nulla è cambiato nella sostanza dalla pubblicazione di “Dalla parte delle Bambine”. Trent’anni e ancora l’educazione dei bambini viene improntata fin dalla nascita in modo fortemente sessista, fortemente discriminante, ancora e sempre a scapito del “secondo sesso”, quello femminile.

Eppure, dice la Belotti, “ci sono in giro fior di donne intelligenti, lucide, volitive e coraggiose, che a dispetto del persistente condizionamenti a un ruolo subordinato e di mille altri ostacoli sono riuscite nell’impresa di conquistare qualcosa solo per se stesse e di farlo fruttare”.

Una carrellata di orrori, a partire dalla letteratura (scolastica) che ripropone modelli stereotipati e nemmeno più attuali, per passare attraverso un linguaggio sempre sessista, per giungere ai modelli da seguire e alle aspirazioni più “naturali”.
Così la cultura diventa ornamento, accessorio non necessario, la preparazione e la competenza inutili orpelli, la volontà, la libertà, la determinazione appannaggio ancora esclusivamente maschile.
Per esaltare sempre la “naturale” propensione femminile verso la cura dell’altro, la maternità, un ruolo passivo ed ornamentale, di pura coreografia.

C’è di che indignarsi. Ma non rimane spazio, per questo, in virtù tra l’altro del “malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi”.

Quello che emerge, insomma, è che negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine”.

Un saggio da leggere, mangiare, approfondire.
Concetti su cui riflettere, da non dimenticare. Mai.

Va fermata la cultura che offende le donne. Se volete fare qualcosa, non tollerate minacce o violenza, o gli insulti a sfondo sessuale. Non mettete questa gente su un piedistallo. Non lasciate che vadano avanti chiamandoli commentatori o critici”. Kathy Sierra

Il tutto naturalmente travisato nel rispetto formale, nell’offerta di protezione e di appoggio, nell’asserito intento di preservare un fiore tanto prezioso qual è la femminilità.
Menzogne. E nemmeno a fin di bene.

"Chi vuoi essere, bambina?
Se tu potessi darmi una risposta logica, diresti: “niente. “Io non voglio essere niente di tutto quello che state offrendo. io scelgo di essere altro”.
E’difficile spiegare a Barbie e Razanne che dovrebbero rifiutarsi di giocare, perché i dadi sono truccati; è difficile spiegare loro che il poeta che le esalta non è che la fodera splendente del maiale che le stupra.”

La disputa continuerò finchè gli uomini e le donne non si riconosceranno come simili (Simone De Beauvoir).

C’è molto da fare, molto da dire, molto su cui ragionare.
C’è di che indignarsi davvero.
Sognando un mondo di persone.