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Un romanzo in prima persona. La protagonista narratrice, una signora di mezza età, un matrimonio alle spalle, nessun figlio.
"... pensavo una volta di più ai legami che sembrano trarre la loro forza dall'infelicità che generano. Ci si attacca a chi ci tortura più che a chi ci ama. ..."
Gite alla ricerca di luoghi speciali da inserire in una guida turistica per l'elite di coloro che non vogliono mescolarsi alle folle. Una menzogna sul nascere. "Dovunque la bellezza è profanata. Non c'è più bellezza, in primo luogo dentro di noi. Ci viene cavata via fin da piccoli, come un dente marcio: duole un po', da principio. Poi passa, la ferita si chiude, persino la cicatrice scompare."
Vicende quotidiane, forse banali, alternate a riflessioni e considerazioni su argomenti apparentemente disparati, il cui filo conduttore è la ricerca di senso, di un'unicità individuale troppo spesso soffocata dai ruoli.
Individualità riconquistata assecondando le proprie inclinazioni ed i propri desideri, ma anche nell'unione, nella solidarietà tra persone diverse eppure tanto uguali nel loro essere umane.
E inoltre un quadro spietato della nostra collettiva follia, questo nostro "mangiare troppo per poi andare in palestra per dimagrire", una denuncia dell'ingiustizia sociale che colpisce donne, stranieri, vecchi, variamente diversi.
"Sono ancora i neri, come al tempo della schiavitù, a presiedere alla nascita e alla morte dell'uomo bianco. - Noi abbiamo fallito, accumuliamo pretese, aspettative, fraintendimenti per intere esistenze e così diveniamo incapaci delle cose più semplici e più naturali. Abbiamo fatto sì che i vecchi si spostino via via ai margini e svaniscano nel nulla senza procurarci intralci e fastidi e senza lasciare traccia di sè. Così la loro memoria, invece di addolcirci lo spirito, ci procura solo rimorsi e sensi di colpa."
Ed in primo piano, sempre, il punto di vista femminile. Una geniale ricerca sul "costo sociale degli uomini", in termini economici per la collettività. Ed il costo dei ruoli di genere, che da sempre pagano le donne, rinunciando ai propri interessi professionali e personali per servire una famiglia, o viceversa, e annientando sempre quella parte di sé più vera in nome di un ruolo sancito da altri che non è sentito come proprio.
Un romanzo interessante, in cui chiunque abbia rinnegato sé stesso o una fetta di sé per soddisfare le richieste di un ruolo sociale può specchiarsi, sotto diverse angolature.
(Elena Gianini Belotti - Apri le porte all'Alba - 1999)
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