domenica 28 aprile 2024

ANNA KARENINA - Lev Nikolaevic Tolstoj

 

Che dire di un romanzo di cui si è già detto e letto tanto?
Lo si legge.
E lo si apprezza. Molto.

Vale senz'altro la lettura.

Quale via? Quali scelte?
Per quale dei personaggi parteggiare?
Posizione di distaccata osservazione, quella di chi legge.
Interessanti riflessioni su un mondo a noi distante nel tempo, di cui vediamo oggi un'eredità tremenda, a pochi passi da noi.
Ciò che rileva sono le incessanti, ricorsive, sempre attuali questioni che chiamano in causa le persone, ogni loro vita. 

Convenzioni sociali, amore, economia.
Davvero questa è la storia di Anna Karenina? 

D'amore, di Morte e di altre Sciocchezze, titolò Francesco Guccini. 

Le altre sciocchezze prendono la scena. Si legge una storia individuale, molte storie di persone specifiche, ma gli intermezzi che descrivono una situazione economica e politica sono l'interessante filo conduttore. Contengono le riflessioni più intriganti. Sono la Storia. 

Mirabile l'introduzione al romanzo di Eralfo Affinati, che guida attraverso quelle "pagine e pagine per raccontare il niente della vita" (p. II) e ci porta a vedere qualcosa oltre quel nulla tanto vivace e tanto noioso.

E' un gran libro in cui la trama manifesta rimane pretesto per riflessioni ampie e profonde.
La doppia morale che sferza uomini e donne, la sottrazione dei figli alle madri non per amore di questi, ma per odio verso quelle, la questione delle disuguaglianze, di doveri e diritti, emancipazione. (p. 346)

Gran romanzo.
Lungo e a tratti tedioso.
Perché Anna Karenina? Perché non altri protagonisti?
Kitty e Levin che vivono lo loro vera storia? Tutti gli altri mentono, fingono, impongono, si arrovellano. 

"... l'idea che ella potesse avere una esistenza sua propria, indipendente da quella di lui, lo colpì in modo che subito la scacciò. Era quell'abisso in cui aveva terrore di guardare. Trasportarsi col pensiero nella vita di un altro essere era una cosa impossibile per Aleksej Aleksandrovic". (p. 145)

"Possibile mai che tanti milioni di uomini siano privi di quel bene senza il quale la vita non ha significato?" (p. 689)



lunedì 1 aprile 2024

LIBERIAMOCI DEL PATRIARCATO - Micromega, AA.VV

https://incamminoconunlibro.blogspot.com/
Micromega. Non è un romanzo, non è un saggio. E' un'interessante rivista che si legge come un libro, che si apprezza come un saggio. 

I termini, le parole, seguono una loro legge, oscillano come le mode.
Patriarcato è un costrutto complesso, che abbraccia discipline diverse, che richiede competenze differenziate, che necessita del nostro interesse.

Eva Cantarella, un nome noto a chi ha frequentato studi classici, ci racconta che "la misoginia nasce in Grecia"; ci parla di Tomiri e di Artemisia, e poi dell'invenzione di Pandora. E il primo agghiacciante femminicidio di una "strega", l'assassinio di una donna colta, brillante, preparata, la medica scienziata Ipazia.

Francesco Remotti, Paola Sacchi e Pier Paolo Viazzo ci propongono una carrellata di patriarcati vecchi e nuovi, in chiave antropologica. 

Giuliana Sgrena ci racconta impropriamente che "Dio è contro le donne", ma correttamente intende che gli uomini sono contro le donne, e usano le Religioni per non cambiare visioni e pratiche misogine. 

Ingrid Colanicchia ci racconta il Patriarcato in Italia, dall'inizio del Novecento, con le grandi conquiste, innegabili, e la strada lunga e tortuosa che ci attende; il Gender Gap, che forse sarà chiuso tra un secolo e mezzo.

Federica D'Alessio sottolinea che manca una prospettiva alternativa, un modello diverso, una strada per andare oltre il Patriarcato.
Ci ricorda le leggi approvate per garantire un'apparente "parità" genitoriale, ma che in realtà portano al ripristino della figura del Pater Familiae; ci descrive la vittimizzazione secondaria, la violenza istituzionale di uno Stato che impedisce alle vittime di violenza domestica di "proseguire la propria vita lasciandosi alle spalle la frequentazione con un ex marito o partner violento". "... senza considerare che - come insegnano le statistiche - la volontà di separarsi di una donna è uno dei principali fattori scatenanti la violenza maschile, che può sfociare nel femminicidio o nel figlicidio per vendetta."

Le parole contano. Le parole raccontano. Le parole significano.
Cristiana De Santis ci propone la sua tavola rotonda che rotonda non è, riferendosi ai fondamenti della disciplina linguistica.

Giuliana Giusti ci porta a riflettere sul cosiddetto "linguaggio inclusivo". Lo è davvero? Cosa intendiamo per linguaggio? E per "inclusivo"?
Cosa caratterizza il maschile non marcato, il maschile di prestigio, e le recenti istanze di creazione di una diversa morfologia di genere? Cosa rappresentano queste istanze? Quali i presupposti? Quali gli effetti? E quale la competenza linguistica necessaria per comprendere, utilizzare, padroneggiare il linguaggio?
"La strada verso la demaschilizzazione della lingua, parallela a quella di demaschilizzazione dei valori sociali, è ancora lunga e la conoscenza delle strutture del linguaggio e dei meccanismi cognitivi è un punto di partenza da cui non si può prescindere." (p. 70)

Federico Zappino propone una lettura sfaccettata del rapporto tra linguaggio e realtà. Importante.

Iole Natoli ci ricorda che il cognome di nostra madre non fa parte del nostro nome. La Madre, falsamente celebrata, è in realtà cancellata. La donna è cancellata anche quando si parla di Diritti dell'Uomo anzichè definirli, in modo non monco e corretto Diritti Umani.
Il personale è politico, e Iole Natoli ci racconta la sua lotta politica personale. D'altri tempi, e così attuale. 

Paola di Nicola Travaglini evidenzia nelle sentenze "un linguaggio che sistematicamente attinge agli stereotipi e ai pregiudizi anzichè ai fatti".

Un numero interessante e importante, che dovrebbe essere letto per intero.
Spunto per ulteriori approfondimenti, per ulteriori ricerche bibliografiche, per uno studio disincantato e scientifico del contesto patriarcale in cui stiamo in immersione fin dal concepimento. 

Liberarsi dal patriarcato fa bene a tutte e tutti.