lunedì 22 febbraio 2010

PANE E TEMPESTA - Stefano Benni


Bello, un altro bel libro di Benni.

Storia consumata tra passato, presente e futuro.
In un paesino lontano dalla realtà eppure tanto attuale. Personaggi e racconti fantastici, con un terribile legame con la nostra inquietante vita quotidiana.

Fa sorridere, ridere, commuovere, indignare, riflettere.

"Non sarà mai felice - diceva - la felicità è come l'acqua. Non arriva mai in un momento, bisogna trovarla, preparare la pompa, fare un pozzetto, mettere le tubature e i rubinetti. Dopo che te la sei conquistata con fatica, allora la puoi bere".


Tutti pregano e adorano Dio, ma le cose vanno male.
Se invece tutti insieme
facciamo capire a Dio che non siamo contenti, 
o se ne va, o ne viene uno migliore.
Tutti meritiamo di più.


Un cinghiale si scontrò con un guidatore di SUV che andava a centocinquanta. L'animale ebbe la peggio. Il cinghiale invece se la cavò con una zampa rotta.

Nessun mostro è peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto è peggiore di quello del forte contro il debole.
Maledetto chi ti porta via l'acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertà.
Il tuo paese ha conosciuto ingiustizie e crimini, e ha servito mostri i cui artigli si chiamavano autorità, partito, investitura divina o gradimento del popolo. Altri ne verranno, mostri ipocriti e ridenti, ma tutti prima o poi faranno la stessa fine. Marciranno nel pozzo profondo della storia. Non devi obbedirgli, non devi diventare come loro.

domenica 21 febbraio 2010

A COLLOQUIO - Massimo Cirri


Divertente e irriverente.
Il punto di vista di uno psicologo apparentemente "distratto", che divaga con le proprie considerazioni sul mondo, liberamente associate ai racconti dei propri pazienti a colloquio. 
Leggero ma non superficiale.
Una simpaticissima lettura. 
Per tutti, anche se "gli addetti ai lavori" possono cogliere qualche sfumatura in più. Per gradire!
 
 "Se vedi la noia, c'è speranza".

"Nel mondo delle psicocose ognuno parla un dialetto diverso a seconda della tribù d'appartenenza. Ne hanno contate più di ottocento: scuole, circoli, società e fazioni scissioniste di questi. Quasi peggio della sinistra italiana"

"Perché le merci ci consolano, sono l'antidepressivo più consumato, e i centri commerciali le più grandi farmacie del Creato. Ma mai le merci sfameranno l'uomo". 

Da vicino, nessuno è normale.